Shark Bay: la baia delle due acque

Shark Bay: la baia delle due acque

Last Updated on 30 Giugno 2021 by latartarugavolante

Shark Bay è una baia incredibile che si trova a nord del Western Australia, precisamente a 851 km da Perth o due ore di aereo.

Non è una normale baia, è LA BAIA degli SQUALI, una baia meravigliosa, sorprendente. E’ la Baia che una volta vista e vissuta, rimarrà nel vostro cuore, la sentirete nella pelle ogni volta che, chiudendo gli occhi, ripenserete ai suoi colori e alla sua vita.

Ve la anticipo con poche righe: due baie, due acque che proteggono un sorprendente paesaggio, zone inabitate dove respiri libertà, mare turchese dalle acque così calme che squali, dugonghi, delfini e mante hanno scelto come “casa” per svezzare i loro piccoli. Il tutto custodito dall’arcobaleno.

Questa è Shark Bay, la baia degli squali, chiamata “Gutharraguda” dagli aborignei Malgana che abitavano queste terre milioni di anni fa. Il termine aborigeno Gutharraguda non a caso significa ” due acque”, ovvero le due baie che proteggono questo antico territorio.

maps of Shark Bay

World Heritage

Per comprendere la bellezza e la spettacolarità del posto serve ancora un piccolo dato, ovvero che Shark Bay è un area del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, una delle poche decine al mondo che rispetta quattro dei dieci parametri necessari per essere definito “World Heritage Area“:

  • eccezionale bellezza naturale (una bellezza davvero difficile da descrivere)
  • storia della terra (attraverso le stromatoliti)
  • evoluzione continua (“alghe” che creano un ecosistema unico per la sopravvivenza di specie animali )
  • speci animali in via di estinzione (dugonghi, tartarughe in primis)

Dopo tante parole, è arrivato il tempo di raccontarvi il mio viaggio in questa terra dai mille colori.

strada per Eagle Beach

Viaggio verso Shark Bay

Siamo partiti all’alba, siamo andati a prendere il Minivan (chiamato la “cipollina” o “little onion“), abbiamo controllato che tutto funzionasse (un cassetto era rotto, ma ce lo hanno aggiustato in pochi minuti), fatto il pieno di benzina e siamo partiti alla volta del Nord.

La strada che va a Shark Bay oramai è come la nostra seconda casa, l’abbiamo percorsa decine e decine di volte, ma ogni volta mi sorprende. Sarà perchè i colori dell’oceano cambiano a seconda dell’ora in cui la si percorre, sarà perchè dall’alto della “cipollina” vedo particolari che dall’auto non vedevo, sarà perchè ogni volta che parto per un viaggio la mia mente si libera ed è pronta ad assorbire ogni minima vibrazione.

Al contrario di altre volte, oggi la nostra meta è Shark Bay, così andiamo dritti, nessuna sosta a Cervantes o ai Pinnacoli e Lancelin, dritti dritti come la strada.

Non ci sono dubbi su quale strada prendere, ce n’è una sola, la National Route 1, che è a due corsie, dritta, quasi nessuna curva, nessun incrocio nè rotonde. Il pericolo maggiore lungo la strada è la “stanchezza”!

Sosta benzina a Geraldton e alle quattro e mezza arriviamo al campeggio di Drummond Cove.

tramonto con il minivan

Drummond Cove

Nei nostri viaggi in Western Australia, proprio per la “paranoia” della strada, per il caldo e i canguri, evitiamo di viaggiare col buio. Essendo autunno inoltrato il sole cala verso le 5 e mezza, arrivare entro le 5 in campeggio è il nostro obiettivo. Nella zona di Geraldton ci sono molti campeggi, dal classico Big4 a campeggi più “familiari”. Decidiamo per il piccolo e appartato campeggio di Drummond Cove.

Il campeggio di Drummond Cove è abbastanza spartano, ma si trova su una collina che domina l’oceano a nord di Geraldton.

Parcheggiata la cipollina, vado in escursione. Seguo un sentiero sabbioso che porta verso il mare. A quell’ora il sole inizia a scendere e colora di arancione le dune, ma soprattutto colora di arancione il becco delle centinaia di uccellini che, nel campeggio, hanno trovato il loro nido. Ho camminato così veloce che senza accorgermene sono stata via due ore, ma ciò che non mi ero accorta è che per ritornare dovevo “scalare la montagna” dove si trovavano le piazzole. Sono arrivata al van con il fiatone, sudata e con le gambe indolenzite, tanto che Frank mi guarda, si gira alzando le spalle e sussurra “stare ferma, no!”.

Al mattino, sveglia alle 5,30, i pappagallini erano già attivi e pronti al loro “Sanremo”.

Stromatoliti di Hamelin Pool

Hamelin Pool e le stromatoliti

Mattinata di macchina, ma a mezzogiorno eravamo già entrati nel paradiso di Shark Bay.

Hamelin pool ed io

Hamelin Pool Station Stay

Prima sosta alle stromatoliti ovvero Hamelin Pool Marine Nature Reserve. L’idea era quella di campeggiare in zona. Ci siamo fermati dapprima alla Hamelin Station Stay, una vecchia fattoria di pecore trasformata in un campeggio, ma era troppo presto e soprattutto troppo caldo, considerato che non c’era ombra di “ombra”: due costruzioni di sasso in una landa di sabbia bianca, il nulla nel nulla. Abbiamo proseguito verso l’altro campeggio, quello costruito dove un tempo c’era la vecchia stazione telegrafica.

 

Hamelin Pool Caravan Park

Il campeggio Hamelin Pool Park da lontano sembra anche carino, ma una volta parcheggiato il van ci siamo resi conto che era “abbandonato”. In realtà c’era una signora a gestirlo, ma non mi è sembrata molto “sveglia”.

Sono entrata nella vecchia costruzione che un tempo era la Stazione Telegrafica. Qui ho trovato una vecchia signora che sembrava essersi appena svegliata. Le chiedo alcune informazioni sul campeggio e mi risponde “tutto ciò che vedi è a tua disposizione“. Bello, peccato che la cucina era adibita a “spider’s party” (non avevo mai visto ragni così grandi e brutti), i bagni erano in condizioni disgustose e la piccola piscina era di colore verde tendente al marrone.

Shark Bay, Hamelin Pool Park

Come sempre per non offendere, dico “ne parlerò con mio marito“. Prima di fuggire via, le chiedo come mai la strada per le stromatoliti è chiusa e lei mi dice “alcuni ragazzi che non avevano nulla di meglio da fare hanno rotto il pontile“. Esco ripensando a questa cosa, che non mi conviceva molto. Solo più avanti scoprirò che il pontile è in effetti rotto, ma non per colpa di ragazzini, ma per colpa del ciclone Seroja che aveva distrutto la zona una settimana prima.

il pontile di Hamelin Pool

La cosa interessante è che dal campeggio si poteva andare a piedi alle stromatoliti.

Cosa sono le stromatoliti?

Sono i più antichi e grandi fossili viventi esistenti sulla terra. La loro prima apparizione nelle acque di Hamelin Pool risale a circa 3000 anni fa, ma gli organismi che le compongono datano oltre 3,5 billioni di anni. Ci solo due posti al mondo dove esistono stromatoliti marine viventi: uno è questo e l’altro è alle Bahamas. Le stromatoliti sono delicate, sono la nostra storia raccontata attraverso le loro strane forme. Ogni anno crescono di circa 0,3 mm ecco perchè bisogna averne cura. Non è la prima volta che le vedo, ma ogni volta mi emoziona guardare questi mucchietti informi, mi sembra quasi sentirli respirare.

 

Hamelin Pool

Particolare dei mattoni di conchiglie di Shark bay

Prima di arrivare a ciò che è rimasto della piattaforma, abbiamo attraversato delle dune bianche che credevo fossero di sabbia, ma in realtà erano tutte, tante, perfette, piccole conchiglie bianche. E ancora più sorprendente, abbiamo visto la zona dove venivano estratti i cubi di conchiglie pressate utilizzati come mattoni per costruire case o strade della zona. Ancora oggi infatti nel centro di Denham si trova l’unico ristorante al mondo, The Old Perlier, costruito interamente con conchiglie.

Stromatoliti a Shark Bay

Tempo di proseguire, tempo di bellezze ancor più sorprendenti.

Shell Beach, il primo amore

Shell Beach è stato il primo amore, è stato ciò che mi ha fatto innamorare del Western Australia. La prima volta è unica, uniche le emozioni. Oggi ritorno diversa, cambiata, invecchiata, ma sempre con mille sogni in testa. Oggi non torno per fare un confronto, torno così, leggera e con il cuore in pace.

shell beach

conchiglie di Shell Beach a Shark Bay

E’ la prima volta che vedo Shell Beach al tramonto e devo dire che è forse ancor più magica. Al contrario di ciò che pensavo, non c’era nessuno. Così ci siamo goduti ogni piccola conchiglia. Arrivare su quella spiaggia fatta di sole conchiglie è sempre una emozione. Chilometri e chilometri di sabbia fatta di tante piccole e piccolissime conchiglie bianche. Pazzesco. Incredibile sprofondare con le mani, andare sotto, ancora più sotto e sentire solo conchiglie. Mi sembravo Paperon de Paperoni, dove al posto dei dobloni d’oro avevo qualcosa di ancora più prezioso. E come lui, prendevo mucchi di conchiglie e li gettavo in aria. Mi sono divertita come una bambina la prima volta che gioca con le onde. Ops, una ventata e tutte le conchiglie mi vengono addosso. Ridiamo io e Frank, ridiamo felici.

giocare con le conchiglie a Shell Beach

Shell Beach

è lunga circa 60 chilometri e profonda oltre 10 metri. E’ una delle sole due spiagge al mondo dove le conchiglie rimpiazzano totalmente la sabbia (l’altra si trova a Sanibel, Florida). La vongola di Shark Bay (Shark Bay cockle) è un minuscolo mollusco (meno di 14 millimetri) che si trova solo nel Western Australia e che si è sviluppato in questa baia sia per la mancanza di predatori che per le acque molto salate.

Visto l’orario, abbiamo campeggiato nel Nanga Bay Caravan Park, una vera e propria sorpresa. Pulito, con piazzole ampie, una cucina attrezzata, bagni pulitissimi e una vista incantevole sulla “baia occidentale”. Giusto il tempo di una spaghettata ed erano già le otto di sera. Tempo di andare a dormire, sveglia alle sei, ben 10 ore di dormita continuativa. Mai dormito così tanto, come quando vado in campeggio!

io tramonto su Shark Bay

Goulet Bluff, Whalebone Bay e Foulers Camp, le baie minori di Shark Bay

Procediamo verso nord, sulla strada che va verso il centro di Shark Bay, ovvero Denham. La strada è stretta, corre in mezzo a bassi cespugli verde scuro che, illuminati dal sole che si sta svegliando, si trasformano in tanti ciuffetti argentati.

le strade di Shark Bay

Prima di arrivare a Denham, facciamo una prima deviazione per Goulet Bluff.

La strada è sterrata, così procediamo molto lentamente. Ad un certo punto ci ritroviamo nel mezzo di una duna di sabbia. Visto che siamo soli, decidiamo di parcheggiare qui lungo la stradina e proseguire a piedi. La baia di Goulet è semplice, riparata dal vento e con una bellissima lingua di sabbia bianchissima che si protende sull’acqua, creando un pontile naturale.

Dalla spiaggia, la lingua di sabbia sembrava vicina, ma una volta incamminati, sembra allontanarsi ad ogni passo. Finalmente dopo mezz’ora arriviamo sulla punta. La vista era di acqua a 360 gradi. Acqua trasparente, piena di piccoli pesciolini, e così calma che veniva voglia di berla. Non c’era vento, non c’erano rumori. Anche i pochi gabbiani che mi facevano compagnia stavano in silenzio.  Essere li, da soli, accompagnati solo dal leggerlo “fluf” dell’acqua, è stato come ricevere un dono prezioso, la pace.

Goulet Bluff a Shark Bay

Riprendiamo la “cipollina” e facciamo un altra deviazione, questa volta in direzione Whalebone.

Altra strada sterrata. Questa volta arriviamo fino in fondo dove troviamo un piccolo parcheggio di sabbia color arancione. Da lì una vista spettacolare su una baia che si allunga verso l’infinito, una baia a forma di serpente. Il cielo non è azzurro come al solito, ma forse proprio il suo color grigio-azzurro esalta le linee e i colori del mare.

Decidiamo di seguire un piccolo sentiero fra le rocce che portano sulla parte sinistra della baia. Camminiamo con attenzione, le rocce sono scivolose e sulla destra abbiamo solo un bel e alto burrone!. Frank procede con un passo e “attenta a non scivolare“, passo e “attenta a non scivolare“… ed io davanti (come sempre faccio il capo spedizione ah ah ah) cammino veloce, salto fra una roccia e l’altra e ogni tanto mi incespico per la gioia di Frank. Avremmo camminato per due chilometri circa, finchè il sentiero si interrompe davanti ad una baia a forma di anfiteatro me-ra-vi-glio-sa.

 

whalebone Beach a Shark Bay

Whalebone Beach

Ci sediamo ammirando i colori del cielo, che sfumano sull’acqua e … una famiglia di Delfini. Ho la pelle d’oca. Quattro delfini se ne stavano tranquilli in questa baia, saltavano, si immergevano e poi uscivano con il muso, e poi ancora giù. Siamo rimasti li a guardarli per un po’, la natura è lo spettacolo più bello al mondo, altro che Netflix, Facebook o altre “cretinate”. La vita è l’unico canale che dovremmo guardare!

baie a Shark Bay

Sosta al rinomato Fowlers Camp

Al campeggio di Nanga Bay la titolare ci aveva raccomandato “Guys, you have to visit Fowlers Camp and Acquarium, they are gorgeous“. Così avevamo mille aspettative. Come sempre troppe aspettative rovinano il viaggio. Ed in effetti Fowlers Camp non mi è piaciuto. Certo, bel mare, come può non esserlo. Ma la spiaggia è ricoperta di mangrovie e non era nulla di speciale.

Ho anche provato ad arrampicarmi sulla cima della duna per vedere se da lassù potevo cambiare opinione, ma nulla. Bruttina sotto e bruttina sopra, non mi ha dato emozioni. Mi aspettavo almeno tanti uccellini (“fowlers”) ma non c’era traccia di nessun essere animale.

Come sempre ho imparato che le “cose” vanno sempre viste di persona e non per sentito dire. Secondo, che gran parte di ciò che è definito “da vedere” è molto meno bello di ciò che “scopri” strada facendo, proprio come è capitato noi, Fowlers Camp verso Whalebone Bay.

le strade sterrate di Shark Bay

Eagle Bluff, la baia della prateria di Shark Bay

Ultima sosta prima di Denham. Baia molto famosa a Shark Bay, ma questa volta è un “must to do” che non delude.

Tre chlometri di strada sterrata portano al parcheggio, da dove inizia un bel camminamento, nuovo di zecca. Il camminamento segue le linee dolci della costa e permette di vedere i colori arcobaleno dell’acqua di questa baia. Questa baia è animata: piccoli di balena, di manta tartarughe e dugonghi, qui hanno trovato casa. Così ad ogni metro ci si ferma, si guarda in basso e si osserva.

Eagle Beach lato nord

Apro gli occhi così tanto che sembrano ingrandirsi, non parlo e osservo centimetro per centimetro l’acqua. Frank ride, dice che sembro un “suricate quando scova qualche insetto” (il nostro amore per l’Africa è sempre attivo). Il Meerkat ha visto qualcosa: ecco le mante, quaggiù. E più in la, decine e decine di piccoli squali. E in mezzo lì, vedi quel cerchio che si muove velocemente? Sono migliaia di pesciolini che si spostano all’unisono e fuggono dagli squali. Che meraviglia!

il pontile di Eagle BLuff

Alghe e Fanerogame

In realtà ciò che costituisce il cuore di questa baia non sono solo gli animali, bensì le macchie scure che disegnano bizzarre forme sull’acqua. Queste chiazze scure sono le fanerogame. Fane-ro cosa? Ma come, non sapete cosa sono? Ah Ah .. nemmeno io. L’ho scoperto dopo, Mr Google è stato utilissimo.

Fanerogame:

dall’enciclopedia Treccani :”Piante con organi riproduttivi ben visibili, caratterizzate dalla presenza del seme; perciò sono dette anche Spermatofite“. Le fanerogame marine sono ciò che noi erroneamente chiamiamo “alghe”. Le Fanerogame si differenziano dalle alghe per il fatto che sviluppano radici e foglie e producono fiori. E’ una pianta fondamentale per il regno marino, in quanto produce ossigeno, smorza l’azione delle onde e ospita numerosi organismi.

Eagle Bluff Shark Bay i colori dell'arcobaleno

Eagle Bluff e tutta la costa occidentale di Shark Bay, sono considerate la “prateria di alghe” più grande al mondo, e casa di oltre 10mila dugonghi. Shark Bay è uno dei più importanti siti mondiali per vedere queste specie animali in via di estinzione, ma sono molto difficili da vedersi proprio, perchè giocano a nascondino fra le “fanerogame” .

Non importa se li vediamo o no, l’idea che sotto a quelle “alghe” ci siano i buffi musetti dei dugonghi e di migliaia di altri pesciolini, mi rallegra la giornata anyway.

shark bay e le due baie

Non fermatevi in un posto, ma esploratelo.

Questa è la mia regola di vita, in viaggio e non. Ed è per questo che anche ad Eagle Bluff ci incamminiamo verso l’impossibile. Alla fine della passerella, procediamo fra sassi e sabbia arrivando sulla punta della baia, da dove riusciamo a vedere l’altro promontorio e da lì altre sfumature di azzurro.

Allo stesso modo percorriamo un sentiero che va dalla parte opposta. Questo versante ha linee meno sinuose, sembra più noioso, ma non appena ci voltiamo verso destra, la vista dell’intera Eagle Bluff è incredibile, merita ogni “sassolino”. Proseguiamo fino in fondo, dove il sentiero si ferma e si affaccia su una baia ampia color verde chiaro, dove un gruppo di Lemon Sharks se ne stava tranquillamente in ammollo.

Eagle Bluff Shark Bay

Questa è Eagle Bluff. Colori del mare che non sono semplicemente azzurri. C’è un blu, con un tocco di verde, chiazze color blu intenso che arrivano al nero, strisce sfumate di color arancione e giallo. Un arcobaleno disteso sul mare. Questi sono i colori di Eagle Bluff, questi sono i colori di Shark Bay.

Denham

Abbiamo lasciato i colori delle baie, siamo arrivati nella città delle conchiglie. Qui ristoranti e case sono costruite con mattoni fatti di piccolissime conchiglie. Non c’è molto da visitare, se non il moderno centro informazioni e il piccolo porticciolo. Denham oggi  vive di turismo e pesca, è la porta per esplorare Shark Bay, trovare dove dormire e fare la spesa.

Non aspettatevi una città, nè un centro dinamico e moderno. E’ semplicemente un villaggio, con campeggi, appartamenti vacanze, una stazione di servizio, un supermercato, un negozio di “beef pie” e l’immancabile “negozio di alcolici”. Nulla di più. Ma è proprio da questo nulla che inizia l’avventura di una delle zone più belle d’Australia, più belle del mondo.

shark bay e shell beach

La nostra avvenutura è arrivata a metà. Da domani inizia la scoperta del Francois Peron National Park.

Il Francois Peron National Park lo avevamo già vissuto anni fa, quando ci siamo inoltrati nella penisola con il nostro 4×4, fra sabbia rossa e mosche, per arrivare in una delle zone più remote d’Australia. Questa volta abbiamo deciso di vederlo da un altro punto di vista.

Seguitemi, vi mostrerò cosa la natura è in grado di fare questa natura che ci ama così tanto da essere ogni volta più sorprendente, bella, più bella dei nostri sogni.

Shark Bay e i viaggi lenti

Shark Bay è un luogo così straordinario che ogni volta che ci andiamo qualcosa dentro di me si illumina. E’ come se fosse timido, ogni volta mostra qualcosa di se, ogni volta mostra qualcosa di te.

E’ per questo motivo che quest’anno abbiamo deciso di dedicargli tutto il tempo. Non avevamo giorni o ore contate. Non avevamo un diario di viaggio da seguire. Semplicemente siamo partiti, meta Shark Bay. Il resto è stato il sole a decidere, il nostro cuore a fare da navigatore. Il tempo era tutto a nostra disposizione e lo abbiamo speso un po’ alla volta, lentamente come è giusto sia quando ci si trova davanti a spettacoli unici al mondo.

Eagle Bluff Shark Bay i colori

Amo questo modo di viaggiare lento. Non comprendo la fretta. Cosa puoi assaporare, cosa può restarti dentro, se tutto scorre veloce?  Viaggiare lenti è un po’ come l’acqua di un torrente di montagna. Corri veloce, il torrente corre con te, è solo una piccola striscia color verde chiaro. Ma se ti fermi, metti i piedi sull’acqua gelida, giochi con le pietre, ascolti il chiacchiericcio dell’acqua con i sassi, ti lasci riscaldare dai raggi di sole che si fanno strada fra  i pini … il torrente non è più un segno sulla mappa, è qualcosa di più. E’ ora qualcosa dentro di te.

Viaggia sempre lasciando che il tempo abbia tempo, vivi sempre con l’anima pronta a cogliere le emozioni.

Non possiamo scegliere certo il nostro destino, non sempre possiamo decidere della nostra vita, ma dobbiamo fare di tutto per viverla al meglio. Noi possiamo sempre scegliere, decidere se vivere con il sorriso o meno, questa scelta spetta solo a noi!

E’ nostro dovere vivere al meglio e viaggiare assieme al tempo è il modo migliore per permettere alla vita di toccarci, di abbracciarci, di farci sentire vivi. Buon viaggio 🙂

la felicità dei viaggi lenti

 

 —–  Prossima Avventura Francois Peron National Park

4 Replies to “Shark Bay: la baia delle due acque”

  1. Grazie tante Anna per questi racconti e per le tue foto, come essere li con te. Non conoscevo questa parte di Australia, ma tramite te la sto conoscendo e mi stai facendo innamorare di questi posti. Scrivi, che io ti leggo sempre con piacere.

    1. Grazie Ludo, sempre gentile. Scriverò, cercherò di raccontarti cosa vedono i miei occhi finché tu non verrai qui.

  2. Ma che meraviglia di foto, che colori incredibili ha Shark Bay. Spero un giorno di poter vedere anche io questi posti, sono un sogno. E se vengo, mi darai una mano per organizzare il viaggio, vero? Hai proprio ragione, viaggiare lenti da apprezzare di più ciò che vedi, cosa che tu descrivi alla perfezione. Complimenti Anna, per i viaggi, per le foto e per la tua sensibilità

    1. Ma grazie Oriana, sono felice che ti sua piaciuta Shark Bay. Se verrai in WA certo che ti aiuterò, ma per il momento i borders sono chiusi, il Governo ha parlato di potenziale apertura dopo la metà del 2022. Cmq nel frattempo possiamo organizzare. Grazie ANCORA by Anna

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