Margaret River: viaggio fra foreste, baie da urlo e cespugli colorati.

Margaret River: viaggio fra foreste, baie da urlo e cespugli colorati.

Last Updated on 30 Gennaio 2023 by latartarugavolante

Margaret River è una delle mete principali per chi visita il Western Australia. Anzi, per essere precisi è la meta del Western Australia. Provate a chiedere a chiunque qui nella costa ovest “quale posto dovrei visitare per prima?”. La risposta all’unisono sarà :”Margaret River”.

Come sempre mi succede, proprio Margaret River è stata invece per me una delle ultime mete visitate. Pensavo fosse solo “vino e cantine”, in realtà mi ha sorpreso. Non tanto la cittadina di Margaret River, carina certo, ma la bellezza della Margaret River Region è tutt’altro. Una bellezza “above and beyond“.

Margaret River è nota per il suo famoso vino, per le numerose cantine e i vigneti che tappezzano, come un puzzle verde, la zona a sud del Western Australia. Ciò che ho visto io è però molto molto di più.

Conto Beach Margaret River

Le cantine, l’uva e i vigneti fanno da anfiteatro a baie incredibili, dove la sabbia bianca luccicante degrada lentamente verso l’azzurro chiarissimo dell’oceano, per diventare verde cristallo e poi blu intenso. Ci sono centinaia di baie, una diversa dall’altra, difficile sceglierne una sola.

Itinerario da Perth a Margaret River

E qui mi sono persa nel verde.

Mentre la zona a Nord di Perth ti riempie gli occhi di colori forti, contrastanti, dal rosso del deserto all’azzurro turchese dell’oceano indiano,  la zona a sud di Perth è verde. Verdi gli eucalipti, altissimi, che quasi quasi giocano a carte con le nuvole. Verdi le foreste di Jarra e Marri, avvolti da felci enormi, dove vivono i canguri dalla pelle scura.

Maps of Margarte River Region

Margaret River Region

La regione di Margaret River si trova nella zona a sud di Perth (circa 3 ore in auto), in quella zona dalla forma strana, che sembra il muso del pesce martello. Questa zona si estende dal Faro di Cape Naturaliste fino al faro di Cape Leeuwin, 120 chilometri di strada meravigliosa, strada che non annoia tante sono le cose da vedere, tutte così diverse che a volte ti chiedi se ti trovi davvero in Australia.

CAves Road in Margaret River Region

Ecco perchè è stato per me un viaggio fra i fari.

Il Faro di Cape Naturaliste –  Margaret River Region

Geographe Bay

Per arrivare a Cape Naturaliste si attraversa una delle zone costiere più belle: Geographe Bay.

La baia di Geographe Bay inizia dalla cittadina di Busselton. La baia è particolare in quanto, a differenza di tutta la costa del Western Australia, non è rivolta verso ovest, bensì verso nord. Ciò significa che, mentre nel resto del Western Australia il vento spira sempre, sempre forte, sempre presente, qui la costa è mitigata proprio dalla sua posizione riparata.

E questo fatto che il vento è molto meno intenso, già di per sè, me la fa amare alla follia. Ma è anche incredibilmente bella. Il giorno in cui siamo arrivati l’acqua era così calma, che mi sembrava di essere davanti ad un lago, non all’immenso oceano indiano. Una tavola azzurra. Ecco cosa ci è apparso davanti. Non si sentiva nemmeno il rumore del mare, tanto era tranquillo. L’unico movimento era dato dai gabbiani che si divertivano a rincorrere i granchi e da una famiglia di delfini che giocherellava proprio davanti a noi.

Margaret River Region, B

E l’acqua era tiepida. Non so se ve lo avevo mai detto, ma l’acqua dell’Oceano Indiano qui è sembra abbastanza fredda. O meglio è costante tutto l’anno, non sale mai sopra i 22 gradi e difficilmente scende sotto i 20 gradi. Il che potrebbe sembrare grandioso, ma in estate quando il termometro sembra scoppiare a 45 gradi, entrare in acqua è come essere una sardina che viene congelata.

Anyway, partiamo da Busselton per esplorare la zona di Cape Naturaliste.

Da Busselton la strada costeggia la Baia di Geographe. Il tempo è perfetto. Sono le due di pomeriggio e il sole illumina l’acqua tanto da sembrare il cielo sotto-sopra. Giriamo a a destra, ecco una piccola stradina che porta alla baia. Sosta, piedi in acqua e via. Altri 500 metri, altra sosta. Per percorrere i trenta chilometri che portano a Dunsborough abbiamo impiegato due ore. Ah, dimenticavo che in tutti i 30 chilometri di spiaggia avremo visto si e no tre persone!

Geographe Bay

Anche se sono abituata a questa “assenza di persone”, ogni volta me ne sorprendo e ogni volta mi fa sentire più viva che mai.

Adoro questa solitudine caotica. Davanti a questo oceano io mi sento a casa, mi sento protetta. Non mi sento mai sola, c’è così tanta bellezza a farmi compagnia che le ore volano via, così come volano in alto i miei pensieri.

La strada a Dunsborough si biforca: da una parte si procede vero Cape Naturaliste, dall’altra si saluta la Geographe Bay e si va diritti diritti verso il cuore di Margaret River Region.

Le spiagge di Cape Naturaliste.

Da Dunsborough la strada da “piatta e dritta”, diventa curve, salite e foreste. All’improvviso ci si ritrova in mezzo ad una fitta foresta di Jarra e Marri (tutti tipi di eucalipti).

Forest in Cape NAturaliste

Purtroppo due settimane prima c’era stato un incendio proprio in questa zona, così oggi la foresta non è verde, è color mattone. Si sente ancora l’odore dei cespugli bruciati, i rami anneriti, e la terra sottostante è cenere grigia. Ma si sente l’urlo della vita.

La vita che urla di vita con il verde chiaro dei nuovi ramoscelli appiccicati al tronco. Il verde intenso delle lunghe foglie sottili dei Grass Tree.

La natura è una insegnante pazzesca. La ascoltiamo così poco a volte, che basterebbe fermarsi un minuto in silenzio, guardare e osservare,  per migliorare la nostra esistenza.

Burn Forest in Cape NAturaliste

Attraversiamo in silenzio la foresta, la guardo incantata. Ci fermiamo ad osservare la nuova vita, la sento, urla così forte che mi vien voglia di cantare a scuarcia gola. Altri dieci minuti e la strada scende improvvisamente ed in fondo, lì in fondo, vediamo l’azzurro verde del mare. Inizia così la carrellata di spiagge, di baie, di sassi incastrati l’uno sull’altro. Sembrano messi li quasi per proteggere la purezza di quell’acqua.

 

 

Smiths Beach, Margaret River

Indian Ocean in Margaret River

Ne abbiamo viste una decina. Ognuna diversa, le riconosco. In ognuna c’è una parte di me. Un pensiero o un sogno che il mare si è trattenuto. Quel sogno che un giorno andrò a riprendermi o che magari ritroverò da qualche altra parte.

Castle Rock, Geographe Bay

Bunker Bay and I

Bunker Bay

Ultima tappa di Cape Naturaliste è naturalmente il faro.

Arriviamo al Faro di Cape Naturaliste alle 4,50 pm. Il parcheggio è vuoto, corro verso l’entrata sperando sia ancora aperto. Un ramo fastidioso mi trapassa le ciabatte e inizio a sanguinare. Non mi fermo.  Entro, ops, dimenticato la mascherina. Mi metto la mano davanti e chiedo se si può visitare il Faro. Il signore, un anziano volontario, mi fa cenno di no. Mi guarda il piede sanguinante, devo avergli fatto proprio pena, si toglie la mascherina e sorridendo mi dice “come posso dire di no, entra veloce, lo stanno chiudendo“.

Cape Naturaliste Lightohouse

Così mentre Frank aspettava in auto, faccio una corsa verso il Faro.

La stradina è di terra battuta. Corro veloce tanto che mi manca il respiro ma non vedo ancora il faro. “E si che deve essere alto“, penso fra me e me, “che razza di faro è!”. Intanto lascio una scia di sangue dietro di me, chissà cosa penseranno i Rangers. Faccio una curva ed eccolo li. Bianco, splendente, con una enorme lampada che gira a 360 gradi. Attraverso una piccola porticciola di legno e salgo i gradini. Una lunga scala a chiocciola che mi porta diretta al cielo.

Esco sulla torretta. Sono lassù, sola, e mi sento una meraviglia. Il cielo inizia ad imbrunire, la foresta attorno sembra una coperta di lana verde scura, l’oceano è li, ovunque guardi lui è li.

Sklok. Oddio, che rumore è? Guardo verso il basso e vedo un signore che ammaina la bandiera del Faro e se ne va. Urlo. Inizio ad urlare come una pazza “ehila, please, ehila“. Mi hanno chiusa dentro il faro.

Il signore se ne va. Vedo che osserva le impronte e vede le macchie di sangue. Si ferma. Io urlo ma … sono troppo lontana. Il mio salvatore è arrivato. L’anziano signore all’entrata si incammina verso il Ranger , vedo che parlottano e tutti e due guardano in su. Ecco, mi hanno vista. Scendo le scale a chiocciola come facevo da piccola: scivolo giù con il sedere. Così veloce che arrivata in fondo mi gira la testa.

Sono salva. E Frank? Lui era in auto che mangiucchiava patatine e ascoltava musica alla radio.

Margaret River e la sua costa

Salutiamo con dispiacere la vitalità della Geoghaphe Bay e del Capo Naturaliste, per immergerci nei vitigni nel cuore di Margaret River.

Dalle spiagge al vino, in un attimo.

Io non sono amante del vino, per cui non sono interessata a cantine o assaggi vari, ma la zona è davvero molto bella. Ettari ed ettari di vitigni, tutti allineati perfettamente, come ballerini. Le foglie verdi della vite, quelle dalla forma unica, si vedevano a mala pena tanti erano i grappoli di uva bianca e nera. “Ne voglio provare un pò” dico a Frank. Lui mi guarda e mi dice “se ti vedono ti fucilano“. Così, come nel miglior episodio di Mission Impossible, troviamo un piccolo rientro. Scendo, cammino  bassa bassa per non farmi notare, e mi avvicino alla vite. I grappoli sono durissimi, difficili da staccare. Tiro con tutta la forza che ho. Due, ancora due e due ancora. Li nascondo sotto il vestito, e sgattaiolo in auto. Evvai… uva freschissima, buonissima, direttamente in gola.

uva a Margaret River

Chissà perchè ma la “frutta rubata” ha un sapore diverso, sempre migliore di quella comprata. E’ il sapore dell’avventura, del “ce l’ho fatta”, sapore di libertà. Mi ricorda l’infanzia, quando con la mia amica del cuore, rubavamo le ciliege nei campi.

Abbiamo mangiato l’uva così in fretta che lingua e bocca erano un unica enorme macchia blu. Ma che buona.

Margaret River e il gelato alla lavanda

Prima di arrivare nel piccolo centro di Margaret River siamo passati davanti ad un bellissimo ristorante Cape Lavender. Una vecchia casa sistemata alla perfezione, con i muri di sasso bianco rosato, il tetto verde e le finestre di legno bianco. Una veranda tutt’attorno e il giardino stracolmo di grossi cespugli di lavanda. Abbiamo parcheggiato l’auto e il profumo di lavanda era come un richiamo intenso, una lunga mano che ci indicava la strada.

Cape Lavander icecream

Dentro il piccolo ristorante, tutto era sulla lavanda: dal vino, all’olio, bruchetta alla lavanda, panini alla lavanda e naturalmente gelato artigianale alla lavanda.

Margaret River

Con la pancia soddisfatta ci siamo rimessi in cammino e siamo arrivati in centro città. Margaret River non è Milano o Parigi, nè tantomeno Perth o Sydney. Direi che assomiglia molto ad un piccolo paesino di montagna. Alberghetti di legno. Case con i tetti spioventi. Ville e appartamenti con il camino che sbuffa nel cielo. Eh già. Anche se è estate la temperatura alla sera qui scende repentina. Dai 25 gradi di giorno si arriva ai 7 gradi di sera. E il camino è una manna.

Abbiamo soggiornato al Tourist Park in un piccolo cottage di legno affacciato sul fiume, Margaret River appunto. Da qui un sentiero in mezzo agli eucalipti ci ha portato direttamente nel centro del paese.

Margaret River paese è forse la zona più turistica in assoluto di tutto il Western Australia. E’ la prima volta che incontriamo così tanta gente, da turisti di passaggio, ad anziani che hanno fatto di Margaret River la loro nuova residenza, fino alla moltitudine di backpackers che qui trovano facilmente lavori nelle “farms”.

Margaret River, sunset and Seagul

Sunset in Margaret River

E cosa fare per cena? Ci siamo presi una pizza da Domino’s, e in auto abbiamo raggiunto l’oceano, giusto in tempo per vedere il tramonto.

Rientrando al cottage, lungo la strada ci hanno fatto compagnia diversi canguri dalla pelle scura. Rientrare col buio non è mai una buona idea in Australia, ma basta procedere piano piano e non avere fretta.

Sunset on Margaret River

Tempo di Foreste – Caves Road

Questa mattina colazione con i Twenty Eight. Ero seduta in veranda, assaporando un bel caffè caldo e mangiucchiando biscotti, quando è arrivato un Twenty Eight, un pappagallo verde, con la testa nera e macchioline gialle e blu. Gli ho dato un pezzetteo di biscotto. Dopo un minuto è arrivato un altro pappagallo e un altro ancora. Alla fine avevo davanti a me sei Twenty Eight, distanziati l’un dall’altro, intenti a mangiare il pezzettino di biscotto. Che inizio di gioranta fantastico.

Salutiamo il cuore di Margaret River e ci inoltriamo nella foresta. Direzione Augusta.

Non seguiamo la strada principale che va verso sud, ma prendiamo la vecchia strada , la Caves Road. Non sbaglio se dico che è una delle più belle e affascinanti strade che abbia mai fatto.

Cave Road

The Cave Road in Margaret River

Una strada d’asfalto nero nero. Una strada stretta, per i canoni Australiani. Curve e curve che si snodano fra foreste di Eucalitpti altissimi e così fitti che a fatica riesci a vedere il sole. Fusti bianchi e lisci contrapposti all’ombrello liscio e verde delle felci. E sullo sfondo il blu intenso del cielo. Ci siamo fermati, lì, in mezzo a loro. Siamo rimasti in silenzio noi, abbiamo lasciato parlare loro.

Fsciuuu, fsciuuuu il vento, slick slick i rami che si toccavano, kakakaaaaa il canto dei Kookaburra. Una orchesta che era energia e gioia per l’anima. Poi ci siamo seduti li in mezzo e allora la vita è diventata ancor più varia: la bellezza della natura è infinita. Formiche enormi indaffarate, pappagalli colorati che sembravano bisticciare fra di loro, ramoscelli dai fiori neri, strani fagioli enormi color marrone così lisci da sembrare verniciati e ancora farfalle marroni in apparenza ma che una volta in volo mostravano delle meravigliose ali blu metallizzato inaspettate. Serpenti? No, quelli non li abbiamo visti, nonostante tutti credano che l’Australia pulluli di serpenti e ragni velenosissimi.

Vabbè, andiamo avanti altrimenti da qui non mi schiodo più.

Amazing Cave Road

La Caves Road è incredibilemente fantastica, ve l’ho già detto vero. Si, certo, non perdetevela quando verrete in Western Australia.

Itinerario da Perth a Margaret River

Le grotte di Margaret River

Si chiama Cave Road perchè è ricca di cave, grotte. Alcune visitabili e altre no. Ce ne sono 4 aperte al pubblico: Lake Cave, Jewel Cave, Mammoth Cave e Ngilgi Cave. Noi abbiamo optato per la Mammoth Cave perchè si poteva visitare da soli senza l’utilizzo di guide. Io non sono amante delle Grotte, ma è sicuramente una esperienza molto intensa.

 

Il freddo pungente della grotta, lei che sembra come lo sbadiglio delle montagna. Stalagtiti e stalagmiti enormi che ti ricordano come la vita sia il risultato di costanza, pazienza e piccoli passi. Dentro la grotta ti senti un po’ esploratore e un po’ perso. Esperienza imperdibile.

Il Faro di Cape Leeuwin – Augusta

La Caves Road prosegue fino ad incontrare la Bussell Hwy, ovvero l’arteria principale che taglia in parallelo la Margaret River Region. Da qui ancora 20 chilomertri mi separano dal Faro di Cape Leeuwin.

Indian Ocean

 

Dai 25 gradi passiamo improvvisamente ai 10 gradi, così, giusto il tempo di una curva. Il sole si è nascosto dietro a nuvole grigie, il cielo azzurro lo abbiamo lasciato alle spalle e piove. Così come cinque minuti prima si moriva dal caldo, ora si muore di freddo e ci si bagna. Ma non è una sorpresa, è impossibile viaggiare nel  Western Australia South sempre con il sole, la pioggia è una costante anche in piena estate.

Sarà il brutto tempo, sarà che il Faro era chiuso per manutenzione, ma Augusta non è nulla di particolare.

E’ un piccolo paese di pescatori, nella punta estrema della Margaret River Region. In particolare è il paesino che si trova nel punto più a sud-ovest di tutta l’ Australia. Proprio qui, c’è l’incontro dei due oceani, Indian e Southern Ocean. Ed il fortissimo vento che ti sconpiglia i capelli, che ti fa sentire instabile, sembra proprio tirarti da una parte all’altra, come se dovessi decidere da che parte stare.

Augusta

L’esperienza più bella ad Augusta è stato il campeggio dove abbiamo dormito. Non un campeggio vero e proprio, ma un Glamping. Abbiamo dormito su una grande tenda bianca arredata con lettone, comodini, sedie e tavolino di legno. Mi sentivo come una principessa. E una volta tramontato il sole, il tetto bianco della nostra tenda sembrava una grande stella in mezzo ai miliardi di stelle del cielo australiano. Davvero un sogno, peccato che fosse un freddo “bestiale”, visto che fuori saranno stati 2 gradi e non c’era ombra nè di camino nè di altra forma di riscaldamento… quindi appena cenato mi sono tuffata sotto il caldo piumino bianco.

Glamping

Hamelin Bay- dove incontrare le Mante nella Margaret River Region

Il mattino seguente il sole aveva deciso di ritornare. Faceva ancora freddo ma almeno il cielo era azzurro. Così abbiamo ripercorso un pezzo di strada fatto ieri e abbiamo fatto tappa ad Hameli Bay, sperando di trovare le razze. Non è la prima volta che veniamo a Hamelin Bay (vedi il viaggio al Sud) , ma di razze nemmeno l’ombra. Poi guardo Instagram e vedo selfie di gente con decine di razze sullo sfondo. Mah,  possibile che solo io non le abbia mai incontrate qui? Ci riproverò il prossimo anno, vediamo se la fortuna gira dalla mia. Intanto mi sono goduta questa baia spettacolare, con un mare che dall’azzurro va verso il verde smeraldo. Spiagge lunghe e bianche e un sentiero che porta fino alla punta della Hamelin Bay, dove il vento è fastidiosissimo, ma la vista è a 360 gradi sull’oceano.

Margarte River and Hamelin Bay

Waves and ocean

Hamelin Bay in Margarte River

Le foreste del Western Australia

Anche questo viaggio fra i Fari, le baie e i vigneti è giunto al termine. Come sempre nei miei viaggi cerco di rientrare seguendo percorsi diversi, cercando nuove strade, nuove cose da vedere o nuovi paesini. E qui al sud di paesini se ne incontrano diversi , al contrario del Nord che è desertico e pressochè disabitato.

Raod in Augusta

Abbiamo preso la strada interna, quella che attraversa il Blackwood River National Park. Ancora foreste, ancora verde, ancora natura protagonista. Abbiamo fatto tappa a Donnybrook, la città delle Mele. Piccola sosta a Collie per vedere la nuova magnifica diga con l’affresco più grande al mondo e abbiamo terminato la giornata al campeggio di Dwellingup.

Blackwood River Forest

Dwellingup State Forest

Che bello Frank, guarda la nostra tenda in mezzo a questa foresta fitta che bella che è. Senti il rumore dei rami, senti il rumore del vento, senti l’odore di foresta. Oddio e queste cosa sono? Mosche grandissime che non vogliono abbandonare la mia gamba. Ne tolgo una e ne arrivano altre dieci. Sembrano incollate. Orca, pungono anche.

Accanto alla nostra tenda una signora mi guarda e sorride. Si avvicina e mi da uno spray, e mi dice ” se non vuoi morire di prurito, mettitelo addosso. Questo è il periodo delle Horse flies” (mosche cavallo, ovvero i nostri “tafani”) , “sono davvero fastidiose”. Ecco, un nuovo amico animale australiano che non conoscevo.

Trascorriamo la sera infagottati,  al tramonto il freddo prende il sopravvento, le horse-flies sono a nanna, e noi possiamo goderci il cielo stellato attorno al fuoco chiacchierando con i campeggiatori vicini.

Hause in Blackwood River

Questo è ciò che adoro dell’Australia e degli australiani: la serenità che si respira, la tranquillità. Nei campeggi non si sentono musiche o rumori. Non ci sono feste o gente che urla. Anzi, quelli che parlano di più siamo sempre noi. Qui ognuno rispetta silenzioso gli altri. Ognuno rispetta la natura. Gli australiani amano campeggiare, non per girare, ma proprio per stare in contatto puro con la natura. Montare la tenda in mezzo alla foresta, farsi le salsicce sul BBQ, bersi una birra e rimanere seduti guardando e assorbendo l’energia della vita attorno.

E in questo io mi sento 100% Australiana.

Itinerario da Perth a Margaret River

 

Wave, Margaret River

Sugarloaf Rock, Margaret River

Smiths Beach morning, Margaret River

Eagle Bay, Geograophe Bay

2 Replies to “Margaret River: viaggio fra foreste, baie da urlo e cespugli colorati.”

  1. Wow Anna, leggendo il tuo viaggio mi sembrava di essere lì anch’io! Che meraviglia! Grazie 🙏 un abbraccio

    1. Grazie Dani… Allora prox step è che tu venga qui di persona😉. Io ti aspetto a braccia aperte🥰

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