Toronto: avventure in città fra anatre e biciclette

Toronto: avventure in città fra anatre e biciclette

Last Updated on 16 Gennaio 2020 by latartarugavolante

Toronto, la terza tappa del nostro viaggio

  ?qui trovi la prima e la seconda tappa 

Appena siamo scesi dall’aereo, abbiamo attraversato la dogana e i controlli molto velocemente (ed io che mi aspettavo di dover lasciare lì il peperoncino preso in Italia… ho guardato troppo Airport Security!) e ci siamo diretti alla stazione dell’UPExpress. E qui immediatamente è scattato il confronto con Hong Kong. Nessun paragone!

Se ad Hong Kong era tutto preciso, tutto facile e ordinato, qui a Toronto devo dire che mi ha stupito il “non ordine“. Pochi i cartelli che segnalano la stazione, gente con mega zaini che giravano a caso per l’aeroporto con gli occhi alla ricerca di qualche minima indicazione. E il treno? Si sarà anche chiamato UPExpress, ma andava alla velocità di una tartaruga.

Toronto e riflessi

Poi siamo arrivati alla stazione centrale, la Union Station. Abbiamo seguito la massa. Attraversato il lungo tunnel buio che ci ha portato all’uscita ed è qui che ho subito sentito il richiamo di Toronto.

Musica, gente che chiacchierava, cartelli colorati, odore di patatine fritte e il sole. Non vedevo l’ora di scoprirla. Ero euforica. Le dodici ore di aereo erano solo un vago ricordo. Era tempo di mettersi le scarpe da ginnastica e iniziare l’avventura canadese.

A parte il traffico assurdo del centro e i milioni di semafori che caratterizzano Toronto, per il resto devo dire che è una città facile da esplorare. Qui trovi il mio itinerario .

Palazzi e riflessi a Toronto

Toronto in bicicletta

Il primo giorno ci siamo divertiti a girarla in bicicletta. Abbiamo usato il Bikeshare di Toronto, una tragedia!

Avevamo la stazione delle biciclette proprio davanti casa, è stato facile iniziare il primo tratto. Poi però è iniziata l’agonia.

Toronto , biciclette ovunque

Il contratto prevede l’uso della bicicletta per mezz’ora al massimo, poi si deve lasciarla alla prossima stazione e cambiarla o procedere a piedi. L’app che avevo scaricato funzionava solo con i dati, ma, non avendo dati, era una videata grigia e inerme. Per fortuna mi ero stampata la mappa cartacea (penserete, siamo nel 2019 e giri con la mappa? Ebbene si, io adoro le mappe cartacee!), ma non era proprio precisa e soprattutto non sapevamo se alla stazione più vicina erano disponibili biciclette.

Così partiti alla volta della Distillery District, ci siamo scontrati con un sistema non proprio “intelligente”. Trovavamo stazioni Bikeshare, ma non c’erano bici. Allora ci rimettevamo in sella, pedalavamo come Nibali al Giro D’Italia, trovavamo un altra stazione ma … le poche bici erano anche rotte.

io a spasso per Toronto

Alla fine abbiamo fatto 15 chilometri in gran parte a piedi. All’ultima stazione, proprio davanti alla Stazione del Distillery District, abbiamo abbandonato ogni speranza. Abbiamo lasciato le biciclette e abbiamo deciso che il Bikesharing non faceva per noi. Da ora in poi a piedi, per la gioia di Frank e dei suoi piedi!

Distillery District

Al di là dell’avventura su due ruote, il Distillery District è stata una bellissima sorpresa. Non è in centro, ma a parte noi che ci siamo arrivati sudati e distrutti, si può facilmente raggiungere con il tram.

Perchè non abbiamo preso il tram? Vuoi mettere la gioia di perdersi fra le vie e viuzze. Di fermarsi davanti all’entrata di ogni casa e dire “che meraviglia” e subito dopo ” cavolo, ma che bellezza”,  e ancora “magnifica” . Arrivati al distretto avevo finito tutti i sinonimi.

la nostra casa a Toronto

Case di Toronto

 

Toronto ha veramente degli edifici stupendi, uno diverso dall’altro, abitazioni con scale che vanno in su, e scale che vanno in giù, porte e porticine. Sembravano tutte casette delle bambole.

Anyway, ritorniamo al Distretto della Distilleria. Si tratta di una vecchia fabbrica, la Gooderham and Worts, fra le più grandi distillerie di whisky al mondo all’epoca in cui fu fondata (nel 1832). Nel 2003 è stata convertita in un distretto commerciale, dove si trovano negozi, bar, ristorati e tanti tanti turisti. Nonostante la gente, il luogo ha molto fascino. Edifici di mattoni rossi, strade lastricate,  piccoli negozi in stile vittoriano (non comprate souvenir qui perchè costano una follia) e negozi di cioccolata. E’ stato bello passeggiare in questo mondo color rosso. Abbiamo trovato alcuni pezzi di vecchi macchinari usati all’epoca per produrre il whisky, così come vecchi furgoncini arrugginiti con tanto di sedile in pelle nera e specchietti “ragnatelosi”.

Vecchio camion alla Distilleria di Toronto

A metà viale, ne combino una delle mie. Urlo a Frank, che era qualche metro più avanti “ocio, che un omone ti cade in testa“, appena detto questo un gruppo di turisti  guarda in su, inizia ad urlare, a spingersi e a correre verso l’entrata come se davvero quell’uomo stesse per cadere. Ma era solo un “bambolone di aria”, il dubbio è che i turisti avessero fatto troppi assaggi di whisky! Da quel momento non mi sono più azzardata a dire nulla.

Uomo gigante alla Distillery District

Toronto della natura

Il secondo giorno, abbandonate le biciclette, abbiamo deciso di gironzolare per Toronto a piedi, seguendo un po’ l’itinerario che avevo tracciato, ma lasciando anche molto al caso. Oggi avremmo fatto 20 chilometri a piedi, avevo già preparato psicologicamente Frank.

Casa Loma e lo Spadina Museo

Primo obiettivo era Casa Loma. Arrivarci è semplice, sempre dritti dritti fino ad arrivare sulle colline di Toronto. Ma per arrivarci si attraversano vie ricche di case vittoriane, case con i mattoni rossi, case dove le biciclette sono ammassate negli angoli più assurdi.

Case di mattoni a Toronto

 

Lungo la strada poi abbiamo incontrato tanti parchi e, naturalmente, tanti scoiattoli. Ho scoperto che mentre nella zona a nord di Toronto gli scoiattoli erano color nero, nella zona più a sud, verso la baia, erano più “biondi”, in entrambi i casi sempre simpaticissimi e molto furbi. I parchi sono tenuti davvero molto bene, molto puliti, con fontane e cestini delle immondizie di legno così belli che stavo quasi per fotografarne uno.

Dopo varie deviazioni, foto e alberi, siamo arrivati in cima alla collina. Qui si trova una scalinata di cemento, che si inerpica fra cespugli colorati e fontane, e che gli abitanti evidentemente usano come palestra all’aperto, su e giù per queste scale di cemento, brucia grassi e fa bene al cuore! Anche se farlo alle undici di mattina con oltre 30 gradi non credo sia proprio “salutare”.

Casa Loma è un castello enorme. Sembra il castello delle fiabe, con guglie e torrioni, un parco verde e una vista da favola. Da quassù si vede il centro di Toronto, dove spicca la CN Tower e il grattacielo color miele.

Casa Loma e l'ape

E’ una scarpinata un po’ lunga, ma ne vale davvero la pena. Anche perchè non c’è solo questa meraviglia di castello, ma ci sono le ville in stile Tudor e giorgiano che si affacciano sul viale di Casa Loma. E giusto al suo fianco una meravigliosa residenza con un parco color smeraldo e fiori che sembravano finti.

Casa Loma a Toronto

 

Oggi questa residenza è un museo, lo “Spadina Museo”.

Abbiamo chiesto se potevamo entrare per dare una occhiata e una anziana signora, ci ha aperto la porta chiedendoci di fare presto. Così ci siamo mossi all’interno di questo museo cercando di fare il minor rumore possibile, ma era un impresa. Il pavimento era di larghe doghe di legno, bellissimo, ma ad ogni minima pressione faceva un rumore agghiacciante. Una scalinata maestosa portava al piano superiore e tutte le pareti erano addobbate di enormi quadri con cornici dorate, che rappresentavano i vari esponenti della famiglia Austin. Mi sentivo un po’ fuori posto a dire il vero, e faceva anche un po’ impressione avere tutti quegli occhi addosso. Avete presente la casa nel film Dieci Piccoli Indiani? Fra un scrinch e un altro, siamo usciti quasi di corsa.

Museo Spadina a Toronto

Fuori ci attendeva un enorme parco, dove non solo ci siamo riposati un po’ ma mi sono divertita a rincorrere le anatre, che qui sono molto più grosse e ciccione di quelle italiane.

La Toronto Moderna

E finalmente, dopo quasi due giorni di Toronto, siamo andati alla scoperta del cuore di Toronto. Del cuore turistico e degli affari della città.

Dopo i primi giorni in cui rispettavamo tutti i segnali, abbiamo deciso di fare come i “locali”: non aspettavamo più il verde (o meglio l’omino qui è bianco) per i passanti, che è “eterno”, ma, appena la strada era libera, passavamo. Easy as. E ho visto che in molti ci hanno imitato.

Toronto fra vecchio e nuovo

Toronto città non è caotica, è piacevole da camminare, ci sono un po’ di parchi, non molti alberi, e tanti riflessi. Come sempre nelle città moderne a predominare sono i grattacieli, alti snelli, luminosi e, ahimè, spesso anonimi. Ma questa volta non lo sono stati.

Particolari di edificio a Toronto

Attraversando uno dei tanti viali, mi sono fermata a metà strada per scattare una foto di un palazzo dorato. Un signore si ferma e mi dice “mi fa piacere che ti piaccia questo palazzo“. Raggiungo l’altro lato della strada e l’uomo, che mi stava attendendo, mi dice che ha contribuito anche lui a costruirlo. E’ il Dominion Center. Grazie a lui scopro che è il più grande complesso di uffici in Canada, un esempio di architettura miesiana, torri fatte interamente in acciaio, vetri con lamine d’oro, era orgoglioso nel raccontare di cosa e come è stato costruito, anche se io capivo ben poco. Frank invece lo seguiva perfettamente, fra acciaio, cavi e martelli. Dopo 3 verdi e 3 rossi, abbiamo salutato il signore, fatta un ultima foto del palazzo e siamo andati verso la CN Tower.

Il palazzo dorato a Toronto

palazzi a Toronto

Siamo saliti sulla CN Tower tutti eccitati, chissà cosa avremmo visto da lassù. Ma sarà stato il caldo e la tanta gente, sarà stato che avevamo già toccato il cielo quando siamo saliti al Burj Al Khalifa, ma non mi ha emozionato più di tanto. Avrei voluto vivere l’emozione dell’Edge Walk, la camminata lungo il bordo della torre a 356 metri di altezza. Mi vedevo già imbragata, con la tuta rossa addosso e il caschetto … “push the limits, push the limits” mi ripetevo, ma le mie gambe non ne hanno voluto sapere!

Toronto dall'alto della CN Tower

 

Sarà per la prossima volta, ora era tempo di andare verso un “porto più sicuro”.

Prima del porto, non potevamo non ammirare la piazza centrale, dove si riversano tutti i turisti e dove tutti fanno la foto su una delle lettere del TORONTO scritto in grande. Non potevo non farlo anche io nonostante la faccia schifata di Frank … alla fine snobbandomi un po’, a fatica, ha fatto click.

io e il cartello Toronto

L’isola Centrale di Toronto

Anche se non lo avevamo programmato abbiamo deciso che poteva essere un ottima idea andare sull’isola centrale “sai che bella vista dello skyline da laggiù” dico a Frank.

Così decidiamo di andarci nel tardo pomeriggio. Arrivati al porto facciamo la fila per prendere i biglietti. Da qui, seguiamo la massa che va verso l’imbarcazione a due piani. Fra un passeggino che mi pesta un piede, un manubrio di una bicicletta che mi gratta la schiena e un bambino che mi tira lo zainetto, riesco a mettere piede sulla barca. Un vero caos, altro che le code ordinate e la compostezza del porto di Hong Kong.

Io in barca per Toronto Centrale

Scendere è stato un altro delirio, e sì che l’isola non scappa, ma sembrava che tutti dovessero prendere posto chissà dove. Spintoni e sgomitate finchè non ci siamo trovati tutti davanti ad un enorme, grosso orso. No, pareva un orso ma era un cane enorme, dal pelo fitto e lungo, nero nero, disteso sul pontile della nave. Quando il suo amico umano è riuscito a farlo alzare, la folla si è ammutolita e si è fatta larga attorno a questo bestione. Sarà stato un metro di altezza, un cane un pò orso e un pò cavallo. E’ passato lui prima, con calma, zampa dopo zampa, quasi volesse godersi questo momento. E dopo di lui, la massa.

Messo piedi sull’isola tutta quella folla di gente, di occhi, di capelli e ruote è sparita ed è rimasta la natura meravigliosa di questo posto. E’ stato amore a prima vista. Questa è stata la mia vera Toronto.

l'isola centrale di Toronto

Toronto dall'isola

L’isola centrale è piccolissima ma ha mille cose da fare e vedere.

Prendendo il lungo viale che va dritto, si arriva sulle acque dell’Ontario. Qui naturalmente vita da spiaggia, sci d’acqua e gabbiani, tanti gabbiani, evidentissimo nelle chiazze bianche lasciate sulle sedie del bar. Poi c’è la zona bambini, un vero e proprio zoo con animali da fattoria, giostre, giochi d’acqua. C’è anche la zona del Faro sulla costa, il Gibraltar Point Lighthouse, e più in là ancora spiagge.

skyline di Toronto di giorno

Ma la zona più bella è la Olympic Island. Per arrivarci abbiamo preso un pontile di legno e poi da qui il sentiero era interrotto per “allagamento”. Volevamo andare sulla costa, da li si sarebbe visto un meraviglioso Skyline. Così abbiamo attraversato, camminando con i talloni, la prima pozzanghera. Poco dopo ne troviamo un’altra e un’altra ancora, ma questa era profonda. Ormai “fatto 30 facciamo 31” che sarà mai, ci togliamo le scarpe e i calzini e passiamo. Peccato che poi da li, per andare verso la costa, il terreno si era trasformato in una piccola palude. Ci rimettiamo le scarpe sui piedi bagnati, e saltiamo. Da un tronco all’altro, usiamo qualche sedia di legno come appoggio e vai, altri 3 salti e arriviamo sulla riva. Eravamo noi e le anatre, tante tantissime anatre.

Io e Toronto di notte

Da questo tratto di riva si ha una bellissima vista dello skyline di Toronto.

Abbiamo atteso li il tramonto. Davanti a noi passavano gli aerei che dovevano atterrare nel piccolo aeroporto cittadino, il City Billy Bishop. Gli aerei passavano così bassi che a volte sembravano atterrare direttamente sui palazzi. Fra un atterraggio e un altro, era rilassante stare li senza far nulla.

Aereo e palazzi a Toronto

Ad un certo punto, prendo un biscotto dallo zaino e vengo attaccata da una, due, dieci anatre, dispettose, tanto che lascio loro il mio unico biscotto e abbandono la zona.

Poco dopo dal centro dell’isola arrivano decine e decine di anatre, ho pensato “oddio, non ho più biscotti“. Ma non si sono fermate dove eravamo noi, sono tutte corse in acqua. Sembravano avere un appuntamento e l’appuntamento era con il tramonto. Il sole disegnava come una scia arancione sull’acqua e le anatre seguivano questo faro. Si erano trasformate, le loro ombre erano come tante gocce color nero che nuotavano verso il lago aperto.

Le mie anatre di Toronto

E’ notte orami, eravamo rimasti solo io e Frank, anche le anatre se n’erano andate e dovevamo ripercorrere al buio la strada allagata. Come sempre le mie brillanti idee: bagnati per bagnati a questo punto tagliamo per il prato, così arriviamo prima. In effetti ci abbiamo messo dieci minuti, ma siamo arrivati con piedi, calzini e scarpe che erano un tutt’uno.

Ma la cosa peggiore è che mi sono accorta, solo a tarda serata, che non eravamo solo io e Frank laggiù in riva, ma migliaia di zanzare. Mi sono ritrovata con i piedi, le mani e spalle a pois rossi e soprattutto con un prurito assurdo. Ma c’è una cosa bella in tutto ciò, che le punture non sono rimaste a lungo e il prurito al mattino se n’era già andato. Erano zanzare buone!

toronto, skyline di notte

La mia Toronto

Questa è stata la mia esperienza a Toronto, una città che non conoscevo e della quale, volutamente, non ho voluto studiare più di tanto.

Cosa mi ha lasciato Toronto? Mi ha lasciato un senso di serenità e ho sentito la sua energia.

Strano, nonostante il caos cittadino, non c’era confusione. Semafori, auto, bus, erano tanti, ma non facevano rumore. La gente non urlava, i bambini non urlavano. Nonostate tutto, era pace. E assieme alla pace, c’era energia. Non so spiegarvi cosa e come, ma la sensazione era come essere abbracciati da una grande energia. Non era energia di forza, ma energia di sensi, come se ogni senso fosse amplificato. Sentivo di più, odoravo di più, vedevo di più.

io e la scritta LOVE a Toronto

Ma mi ha anche lasciato un po’ di amarezza. Tristezza nel vedere tanta gente “strana”, gente disadattata, gente che dormiva sotto le tettoie delle entrate dei palazzi, gente seduta sulle gradinate che chiedeva elemosina, con a fianco un cane affaticato che non aveva nessuna colpa. Gente che andava in giro con sacchi di immondizia dentro carrelli della spesa. Gente distesa sulle panchine dei parchi con le mani sporche e segnate. Si, questo è normale nelle grandi città, è normale quando c’è ricchezza. E’ normale se uno non ha lavoro. Ma no, non è normale l’indifferenza davanti a queste persone. Forse io non sono abituata a vederli e ci sto male, forse sono io che sbaglio, ma forse c’è qualcosa del nostro mondo che non va.

la Toronto piu triste

Al di là di questo, Toronto rimane una città euforica, una città dove c’è di tutto, gente di ogni razza e religione, colore e pensiero. Puoi mangiare nepalese, indiano o americano, up to you. Puoi vivere in piccole camere di enormi palazzi della periferia o in bellissime case stile tudor della Old Toronto. Salire sulla CN Tower o sederti per ore in una panchina a Grange Park.

Ma chiunque tu sia, ovunque tu viva, l’energia che trasmette questa città la senti, c’è, la tocchi e soprattutto la respiri.

Oggi è tempo di andare alla Stazione Centrale, ci aspetta il Bus per … seguimi nella prossima avventura.

io mio cavalletto e lo skyline di Toronto

 

Vuoi conoscere il mio itinerario a Toronto?

Itinerario di Toronto: cosa vedere a Toronto.

 

Questo viaggio fa parte del GIRO DEL MONDO IN 60 GIORNI

4 Replies to “Toronto: avventure in città fra anatre e biciclette”

  1. Innanzitutto complimenti per il racconto, mi sembrava di essere li. E le foto, che dire, stupende. Mi sto informando su Toronto, ci volevo andare per l’inverno, tu, dove hai alloggiato e che prezzi hai trovato? perchè trovo prezzi altissimi. grazie

    1. grazie mille Maria Luisa, sono felice che ti sia piaciuto. Per l’alloggio ho trovato su Airbnb e ad un prezzo ottimo (sotto i 100 cad al giorno). Se andavo su hotel costava molto di più, toronto non è proprio una citta conveniente,ma cercando, riesci a trovare camere nella old toronto a prezzi buoni. se ti serve ti giro il nome del mio Airbnb

  2. sto valutando un viaggio con sosta a Toronto, molto divertente il tuo racconto. Posso scriverti per alcune informazioni? grazie e complimenti per il sito

    1. grazie mille Maddalena. Toronto è un ottima sosta, anche se fosse per un solo giorno. Scrivimi pure sulla casella info, ti rispondo volentierissimo

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