Lake Ballard e la Goldifields Region: inseguendo i pionieri australiani

Lake Ballard e la Goldifields Region: inseguendo i pionieri australiani

Last Updated on 20 Febbraio 2019 by latartarugavolante

Nel nostro girovagare alla scoperta dei tesori australiani ci mancava la zona dell’est del Western Australia, zona nota come Goldfields Region e dove si trova uno dei posti più “remoti” di questo immenso Stato, il Lake Ballard.

Abbiamo caricato la tenda in macchina e siamo partiti all’avventura.

Il viaggio è stato meraviglioso, ma difficile, non tanto per i chilometri fatti (circa 2000) ma per il gran caldo. E’ fine dicembre e qui, in Australia, è iniziata l’estate. Sapevamo che ci aspettavano giornate da 40 gradi, ma viverle è stata una peripezia.

LA WHEATBELT COUNTRY

La prima parte del viaggio ha interessato la Wheatbelt Country. Grandi infiniti sterminati campi di grano che, in questo periodo sono immensi prati dorati. Dà un senso di libertà e pace correre in mezzo a questi prati color giallo oro intervallati da alberi dalla chioma verde intenso.

campi dorati, lake ballard & Goldfields Region

Abbiamo deciso di seguire la strada dei pionieri, gente che a fine 1800 partiva da Perth alla ricerca dell’oro. E l’oro alla fine lo hanno trovato.

Abbiamo attraversato paesini abitati solo da mosche, di gente non ne abbiamo mai vista, ma di mosche sempre tante! Paesini come Dowerin, Kununoppin e Mukinbudin. In ognuno abbiamo trovato case fatte di legno, con sedie a dondolo sotto il portico e la via principale con pochi negozi e chiusi. Ci aspettavamo poco affollamento, a dire il vero, ma proprio nessuno, è stata una sorpresa.

cittadine nella goldfields, lake ballard e goldfields region

E una bella sorpresa è stata la zona dei laghi salati subito dopo Mukinbudin. E’ qui che, presa una strada sterrata sulla sinistra, siamo arrivati ad un meraviglioso lago bianco dove si affacciava una imponente roccia rossa.

Siamo al Baladjie Rock.

Spettacolare la distesa bianca davanti a noi e ancor più spettacolare questa roccia. Mi sembrava di essere all’Uluru. La roccia ampia e alta era incantevole con i suoi colori, che dal rosso sfumavano verso l’arancione per arrivare fino al verde. Nella zona più ad ovest la roccia si incuneava creando una parete a forma di onda (molto simile alla Wave Rock) dai colori più variegati.

baladije rock, lake ballard e goldfields region

baladjie rock and lake, lake ballard e goldfields region

Anche se faceva caldo, siamo saliti fino alla cima, da cui si vedeva la distesa bianca del lago ai suoi piedi. E le nuvole in cielo sembravano giocare ai “quattro cantoni”, veloci si spostavano di qua e di là, creando ogni volta immagini diverse. Era incredibile come alcune nuvole fossero perfettamente chiare, disegnavano immagini inequivolcabili.

 ballard e goldfields region

Baladjie lago bianco

Al Baladjie Rock si può anche campeggiare, ci abbiamo fatto un pensierino, ma stare li, da soli di notte, non ce la siamo sentita, così abbiamo continuato il nostro viaggio facendo tappa al campeggio di Southern Cross.

Nota campeggio di Southern Cross: campeggio carino, con cucine e bagni nuovi, ma la cucina non era molto attrezzata, non aveva nè gas, nè bollitore nè toastiera. Ma era pulita, ed è ciò che più apprezzo. Il campeggio era abbastanza affollato, come sempre camper e roulotte, noi eravamo l’unica tenda.

GOLDFIELDS REGION

Da Souther Cross ci siamo immessi direttamente sulla strada principale, la Great Eastern Hwy,  che attraversa tutta la Goldfields  Region. Questa zona che arriva fino a Kalgoorlie è piatta, lunghe strade dritte, e ai lati alti alberi di eucalipto dal tronco arancione (i salmon gum tree). Al  mattino, quando il sole inizia la giornata, i raggi illuminano i tronchi facendoli brillare come diamanti. E’ meraviglioso l’effetto, sembra di guidare in mezzo a centinaia di gioielli preziosi.

Una caratteristica di questa strada è la lunga water pipe (tubo per l’acqua potabile) che corre lungo la strada. Impossibile sbagliare, se la si trova a sinistra se si sta andando verso est, a destra, si sta ritornando a Perth. Questa lunga conduttura di color bianco è stata costruita a fine 1800 e, all’epoca, era la più lunga conduttura di acqua potabile al mondo (530 chilometri).

the long white water pipe, lake ballard e goldfields region

La Goldfields Region non è piatta,  le immense fattorie di grano lasciano il posto a piccole e grandi miniere. Lungo la strada si incrociano spesso lunghi camion carichi che da lontano arrivano sbuffando, come fossero dei treni. Colline rosse, colline alte e appuntite, sono tutte miniere abbandonate dove la natura ha ripreso il suo spazio.

Dopo alcune ore arriviamo alla cittò di Kalgoorlie.

Dopo tanti piccoli paesi dove trovavamo giusto una pompa di benzina e null’altro, arrivare a Kalgooorlie è stato come arrivare a New York. Kalgoorlie è il centro della Goldfields Region, la via principale è rallegrata da tanti piccoli negozi e alcuni caffè. Sarà stato Natale o forse il grande caldo, ma non abbiamo incrociato nessuno, sembrava una città deserta.

kalgoorlie città, lake ballard e goldfields region

kalgoorlie by night

Ma Kalgoorlie è nota soprattutto per la Super Pit.

La Super Pit è una miniera d’oro, è fra le prime miniere d’oro al mondo per produzione ed è una cosa spettacolare da vedere.

A pochi passi da  Kalgoorlie c’è un fantastico lookout da dove si può osservare l’enormità di questa miniera (3,5 chilometri di lunghezza, per 1,5 chilometri di larghezza e 400 metri di profondità). Da lassù si vede la routin delle escavazioni: camion che, visti dal vero sono cento volte più grandi di una persona umana, qui appaiono come dei giocattolini. E’ pazzesco e affascinante osservare tutto questo. Come osservare un formicaio, è qualcosa di impressionante. La montagna appare a righe, le strade creano un effetto spirale fino a raggiungere il fondo, dove altri enormi camion lavorano. Lavorano sempre, tutto il giorno e tutti i giorni. Alcune zone della miniera hanno colori incredibili, rossi, arancioni e perfino azzurri.

super pit lookout, lake ballard e goldfields region

kalgoorlie super pit e super camion, lake ballard e goldfields region

A dire il vero non era il mio obiettivo visitare la Super Pit, ma ne sono rimasta molto affascinata, forse perchè era la prima volta che vedevo una miniera enorme come questa.

kalgoorlie particolare di super pit, lake ballard e goldfields region

A Kalgoorlie abbiamo campeggiato al Discovery Tourist Park, soprattutto perchè aveva una ampia piscina, dove siamo rimasti in ammollo tutto il pomeriggio. Nel campeggio sorprendentemente c’era parecchia gente, e, come sempre, non capisco da dove arrivino, visto che non abbiamo incrociato nemmeno una macchina in tutto il tragitto! Questo rimarrà sempre uno dei miei principali quesiti!

 

Ora di cena e ora di chiacchiere.

Adoro il momento della cena, perchè nella cucina da campo trovo sempre qualcuno che mi racconta la sua storia e di storie ne ho sentite tante in questi giorni. In comune hanno chilometri di strada, lunghi tragitti e la serenità dell’anima.

Una coppia, non giovanissima, arrivava da Melbourne e mi ha raccontato che erano andati a Perth per Natale per salutare il figlio: 5 giorni per arrivare, due giorni a Perth, altri 5 giorni per tornare. Un altra coppia invece arrivava da Brisbane, stavano facendo un lungo giro dell’Australia, due mesi di viaggio fra il nord e il sud del continente. Un altra arrivava da Sydney, arrivati a Perth avrebbero preso l’aereo per ritornare. E poi abbiamo chiacchierato con due ragazze scozzesi, che stavano facendo un giro fra Australia e Nuova Zelanda. Vista così noi stavamo facendo una semplice passeggiata!

E’ sempre un piacere parlare con queste persone, condividere la strada fatta, la strada da fare, discutere del caldo o della Brexit. La cosa che accomuna tutte queste persone è la passione per il viaggio. Viaggiare diventa un filo conduttore della vita. Ma ciò che mi colpisce è la serenità di ognuno, la tranquillità con cui i due signori da Melbourne affrontavano i quasi 4000 chilometri da fare. La gioia con cui i signori di Brisbane ci raccontavano di quanto fosse diverso l’outback nel Queensland rispetto a questo. I consigli che ci davano per la strada, per come cucinare il perfetto t-bone o per come affrontare i lunghi tratti del Nullarbor.

Ogni volta da queste chiacchierate mi porto a casa nuove conoscenze e nuovi modi di vedere la vita.

kambalda lake e freccia, lake ballard e goldfields region

E’ proprio chiacchierando con la gente del posto che abbiamo scoperto una bellissima zona, Kambalda, dove si trova un altro lago salato molto grande. Da li, scendendo un po’ a sud, c’è una zona famosa per il land sailing, il Lake Lefroy, considerato uno dei posti migliori al mondo per la navigazione terrestre, grazie all’ampiezza del lago e alla particolarità della sua superficie.

widgiemooltha, lake ballard e goldfields region

widgiemooltha lago,widgiemooltha, lake ballard e goldfields region

LAKE BALLARD

E oggi finalmente è arrivato il momento per partire alla scoperta di questo lago.

Non è un lago “normale”, ma un ampio lago salato, noto perchè qui si trovano 51 statue di metallo, opera di un artista inglese, Antony Gormley. Questa galleria all’aperto, una delle più grandi al mondo, è nota come INSIDE AUSTRALIA.

Perchè è stato scelto questo luogo? Perchè il Lake Ballard si trova nel centro del Yilgarn Craton, uno dei più antichi frammenti della superficie terrestre, datato circa 3 miliardi di anni. E’ stato scelto dall’artista perchè cercava un luogo assolutamente piatto, con una vista a 360 gradi e unico.

E’ stato divertente leggere la storia di queste 51 figure: si tratta di cittadini di Menzies (pensate che oggi vivono in questo paese 122 persone) che hanno accettato di spogliarsi e di essere scansionati da un body scanner portato da Gormley dagli USA. Oggi ognuna di queste persone ha il suo “alter-ego” in queste figure di metallo!

lake ballard, statue ed effetto miraggio

Siamo arrivati al Lake Ballard percorrendo una lunga strada sterrata rossa, 51 chilometri, dal paesino di Menzies.

Faceva già caldo, ma mano a mano che procedavamo in direzione di Lake Ballard, la temperatura saliva. 42 gradi, mi dice Frank. Io parlo, canto come al solito… 46 irrompe Frank, ma non ci accorgiamo ancora del caldo, se non per l’effetto miraggio sulla strada.

Dopo circa un ora arriviamo al Lake Ballard.

Scendiamo nella zona campeggio e una folata di vento caldissimo ci viene addosso. Sembrava che qualcuno avesse acceso una fiamma e ce l’avesse puntata contro. Un caldo assolutamente assurdo. La Death Valley in California è fresca al confronto.

Prima di affrontare la passeggiata sul lago Ballard decidiamo di mangiare. Prendo due pezzi di pane e, giusto il tempo di prendere anche un pezzo di formaggio, il pane era già secco, come fosse stato arrostito!.

lake ballard statua

Cappello in testa, macchina fotografica pronta, ci dirigiamo sul Lake Ballard verso le statue.

Per la prima volta in vita mia facevo fatica a camminare ma soprattutto non riuscivo a fotografare. Vedevo tutto mosso, all’orizzonte “l’effetto sahara” rendeva tutto surreale e in lontananza le varie statue, sembravano quasi muoversi.

Crack, squach, crack, squach questi i suoni dei miei piedi che camminano a fatica sul lago: crack, il rumore della crosta di sale che si spacca. Squach, il suono del fango rosso che ad ogni mio passo affiora da sotto rendendo scivoloso ogni minimo spostamento.

Non molto distante dal campo si erge una collinetta rossa con cespugli verde scuro. Con fatica riusciamo a salirci sopra e da li tutto ha un senso: nel mezzo del bianco scintillante si vedono impronte rosse che collegano le varie statute, creando una magica ragnatela. Questo era l’intento dell’artista (credo), percorsi naturali che collegano le statue, un mondo dove ci si cerca, questa è la mia interpretazione.

lake ballard percorsi

Non ci sono foto o video che possono raccontare la sensazione di “nulla misto a tutto” che dà questa visione. Accecati dal bianco del lake Ballard, sentire il caldo abbracciarti così forte da soffocare, mosche che non si stancano mai di starti addosso e ascoltare il silenzio. Questa è una magia che non si può raccontare, ma che si può solo provare stando li, in piedi, nel mezzo di questo paesaggio lunare. Ci si sente al limite, al limite dell’infinito.

lake ballard colinetta

Abbiamo dedicato alcune ore al lago, e dopo un po’ facevamo fatica a connettere. Ora capisco l’effetto del caldo: la testa fatica a ragionare, la bocca è talmente secca che diventa difficile parlare e le gambe sembrano diventare gelatina.

 

Saliamo in macchina, accendiamo l’aria condizionata e beviamo, beviamo tre litri d’acqua senza nemmeno sentirli. Santo subito chi ha inventato l’aria condizionata.

lake ballard campeggio

E’ stata una sfida, ce l’abbiamo fatta, ma ora è opportuno rientrare e dormire in città.  A Menzies c’è un piccolo campeggio comunale, ben attrezzato e li avevamo visto almeno un altra macchina.

Avremmo voluto dormire nel campeggio del Lake Ballard, ma, a parte il caldo assurdo, il tempo si stava annuvolendo. Quando piove, la terra rossa diventa come melma, si appiccica ovunque e soprattutto sulle ruote, rendendo impossibile guidare.

RITORNO ALLA GOLDFIELD REGION

Rientro alla civiltà. Lungo la strada, freschi dall’aria condizionata, abbiamo ripensato al Lake Ballard, alla sensazione di vita che il nulla ci aveva regalato. Chissà, come mai, ma un luogo così unico, desolato, ai confini del mondo, ci aveva dato un senso di potenza. La potenza di vivere contro temperature infernali, alberi che resistono a simili condizioni, statue che sembravano muoversi. Tu e le tue paure. Il Lake Ballard ti rafforza, ti svuota per poi riempirti di pura passione per la vita. Questa è stata la sensazione.

Lungo la strada abbiamo trovato tante ghost towns, città minerarie abbandonate, dal fascino irresistibile, come Ora Banda e Kanowna.

Un po’ all’interno abbiamo scoperto Gongarrie Station, una vecchia fattoria, ora trasformata in alloggio per chi è di passaggio. Le ragnatele datavano l’ultimo ospite svariati anni fa.  Siamo entrati in questa casa dove l’odore di vecchio riempiva i polmoni. Vetri che nemmeno i ragni frequentavano. Un divano ammuffito che raccontava delle freddi notti invernali e un tavolo di legno sotto il portico, che chissà quante storie aveva sentito. La terra rossa attorno a noi e il caldo, sembravamo protagonisti di un film tipo The day After. Non c’erano tracce nemmeno di canguri. Eppure non ci si sente smarriti, quella terra rossa così densa fa compagnia, scalda il cuore e l’anima.

menzies casa abbandonata

La strada che torna verso ovest all’inizio è abbastanza noiosa: terra rossa, grandi alberi di eucalipto dalla chioma verde brillante e strade dritte, perfettamente dritte dove non abbiamo incontrato anima viva.

ghost town lungo la strada, lake ballard

Ma dopo alcuni chilometri prende vita, iniziamo a vedere alcune fattorie, pecore e cavalli.

E soprattutto a Merredin, la vita, come siamo abituati, è riapparsa. Gente che passeggiava lungo la via della città, negozi brulicanti di persone, case con giardini fioriti. Abbiamo perfino trovato un supermercato!

A Merredin abbiamo trovato un campeggio meraviglioso, finalmente un signor campeggio. Nuovissimo, con piccola cucina super attrezzata, grandi spazi per campeggiare e una piscina molto ampia. E qui abbiamo rivisto le nostre due amiche scozzesi che avevamo conosciuto a Kalgoorlie. Piccolo il mondo!

merredin campeggio

Alla sera ci ha sopreso un tramonto impressionante: un cielo rosa e viola così intenso non lo avevo mai visto. Eravamo in visita alla Wind Farm, a venti chilometri da Merredin, ed è stato spettacolare vedere le pale trasformarsi in enormi palme sul cielo color caramella alla fragola!

merredin wind farm come palme

merredin wind farm

Stranamente i colori vivaci della cittadina non stridevano con i ricordi del Lake Ballard, entrambi questi luoghi mi avevano raccontato di vita, ognuno a modo suo.


Questo il percorso che abbiamo fatto, un viaggio on the road alla scoperta del Lake Ballard  seguendo le orme dei pionieri

itinerario lake Ballard e goldfields region

 

Il nostro viaggio nella parte più estrema del Western Australia è terminato.

Il Western Australia è uno stato incredibile e sorprendente. Dalle spiaggie più incontaminate e azzurre mai viste, agli alti aberi delle foreste dei karri tree, passando per le gole profonde e rosse del Karijini.

Fino alle temperature infernali di posti ostici dove è difficile vivere ma dove capisco possa essere facile anche innamorarsi. Ci si innamora delle nuvole che disegnano la vita nel cielo blu, di laghi bianchi che sembrano incantati. Ci si innamora dei campi colore dell’oro dove pascolano cavalli e pecore, come fossero in paradiso.

Tutto questo è l’Australia, un continente immenso, gigantesco, sorprendente e con tante tantissime cose da scoprire, dove la vita si aggrappa ad ogni filo d’erba, dove la gente viaggia per viaggiare, dove i colori raccontano sfumature di felicità.

 

 

 

 

43 Replies to “Lake Ballard e la Goldifields Region: inseguendo i pionieri australiani”

  1. Ogni volta che leggo un tuo post rimango affascinata dalle cose che racconti. Questo viaggio mi sarebbe piaciuto moltissimo: la natura, il lago di sale, camminarci sopra, guardare le statue, fotografarle sapendo che sono la scansione di persone realmente esistensi… Pura magia.

    1. Grazie raffi, in effetti leggendo il tuo articolo sulle statue ho pensato che ti sarebbe piaciuto il lake ballard

  2. Con questo racconto trasmetti al lettore quanto sorprendente è stato questo viaggio per voi. Complimenti! Mi sono piaciute particolrmente le foto delle statue

  3. L Australia deve essere davvero molto bella ho un amica che vive li e chiederò se ci è mai stata in questo posto.

  4. Che meraviglia questo viaggio! Per noi europei abituati a distanze molto più brevi fa impressione pensare a quanto avete dovuto guidare, ma capisco che per te – ormai Aussie onoraria – sia stato molto più facile! Mi ha stupito tantissimo leggere di questi villaggetti deserti: negozi chiusi e abitanti non pervenuti… io avrei quasi bussato a qualche porta a caso 🙂 Il lago salato invece ha dell’incredibile, già dalle tuo foto si capisce la sua imponenza!

  5. Che posto surreale questo lake Ballard! Divertente la storia delle statue ricavate dalla scansione degli abitanti, anche questa un po’ surreale! PS: mi hai fatto tornare alla mentre le terribili mosche australiane, argh!

  6. Di km ne avete macinati davvero tanti! un viaggio dalle mille sfaccettature devo dire. Mi sembrava spesso di trovarmi in un fil o in un libro diverso per come è cambiato l’ambiente intorno a voi. I primi paesini deserti, il rosso brillante e poi quel bianco che quasi acceca. Con quel caldo non so come siete sopravvissuti ma immagino che quelle chiacchiere serali di cui hai parlato resteranno tra i momenti che custodirete per sempre al di là della meraviglia dei luoghi stessi!

    1. Simona, hai centrato esattamente tutto, km, caldo, paesaggi e nuove persone. Pensa che con la coppia di scozzesi ci siamo poi trovati a Perth e ora ci aspettano in Scozia! che bella la vita

  7. Sono davvero invidiosa di questo tuo viaggio cosi bello e magico! Io purtroppo giro poco e niente e per questo ammiro tantissimo chi invece riesce ad andar quasi ovunque

    1. Grazie Sara, a volte non serve spostasi tanto, basta osservare i piccoli particolari di cose che sono attorno a noi.

  8. Strada dei pionieri e paesini disabitati, dove le mosche fanni da protagoniste … campi sterminati di grano, gialli e splendenti come l’oro! Già mi immagino lungo queste strade alla scoperta del Western Australia! Dalle tue splendide foto non faccio fatica a capire perchè questa zona sia nota come la Goldfields Region.
    L’idea poi di arrivare a vedere uno dei posti più “remoti” di questo immenso Stato, il Lake Ballard, mi piace da pazzi. Come sai adoro i percorsi al di fuori delle rotte più turistiche!
    L’Australi è veramente un continente immenso e meraviglio e credo che non basterebbe un mese intero per vederne almeno qualche pezzetto da portare a casa con me!

    1. grazie ale, in effetti io ci sono stata 6 volte prima di trasferirmi. ora sono oltre due anni che ci vivo, ma ho ancora tantissimi posti da visitare. E’ un po’ come vivere in Europa, ai quanta europa mi manca da vedere? tantissima, anzi, anche tantissima Italia. Quella la farò quando sarò un po’ piu vecchia … Ah ah ah

  9. Come sempre Anna le tue foto sono meravigliose e invogliano a visitare queste terre lontane!! Non avevo mai sentito parlare di questi luoghi, sono davvero impressionanti!! Piacerebbe molto anche partire all’avventura e fare un viaggio on the road dormendo in tenda… chissà se un giorno ne farò uno!

  10. Quando ho visto la prima foto, quella dei campi di grano, mi sono detta: questo posto è come la mia Toscana! Proseguendo… no. Proprio no! Il Lago Ballard è qualcosa di fantastico, sembra uno dei paesaggi inventati da George Lucas. Foto strepitose, come al solito!

    1. grazie Francesca, sai che adoro la Toscana, quindi avrebbe potuto essere benissimo un post su questa terra meravigliosa. Ma sono a oltre 10000 km di distanza. Il lago ballard è veramente impressionante, ma non so se sono riuscita a trasmetterlo con le foto! E’stato difficilissimo fotografare, il gran caldo rendeva tutto mosso

  11. Ho letto questo tuo articolo con estremo interesse, dal momento che l’Australia è uno dei miei sogni nel cassetto. Mi sono innamorata di questi luoghi da bambina, guardando Xena e poi Legend of the Seeker. Vabbè, pazzie mie. Comunque a me piacerebbe moltissimo andare a Byron Bay (me ne sono innamorata dalle fotografie), Malbourne per visitare i parchi, la National Gallery e leggendoti adesso aggiungerei anche la zona di Lake Ballard. Splendida terra, splendide foto.

  12. Ho letto il libro “E venne chiamata due cuori” ambientato proprio nell’affascinante outback di questa terra! Un viaggio davvero avventuroso, tanta “sana” invidia 😉

  13. Mamma mia mi hai conquistata già alle prime righe “Abbiamo caricato la tenda in macchina e siamo partiti all’avventura” ho letto tutto di un fiato con ammirazione ed invidia (buona) perchè mi piacerebbe essere avventurosa, ma sono una super programmatrice !

    1. Grazie cara, ma qui ci si abitua a programmare poco! Anche io ero iper organizzatrice, ma qui lo sono mooooolto meno.

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