Kalbarri National Park: alla scoperta del serpente arcobaleno

Kalbarri National Park: alla scoperta del serpente arcobaleno

Last Updated on 9 Aprile 2019 by latartarugavolante

Il Kalbarri National Park ti abbraccia con le sue rocce rosso fuoco.

Abbiamo lasciato il rosa inverosimile della Hutt Lagoon e, sono bastati pochi chilometri, per cambiare paesaggio.

Per chi, come noi, ormai è abituato ad un paesaggio piatto, fatto di boscaglia bassa interrotto da chilometriche spiaggie bianche, arrivare a Kalbarri e dover scalare una marcia per fare una curva è una cosa stranissima! Così disabiutati alle curve che… stavamo per prendere la multa.

la costa di Kalbarri

Ecco come e chi ci ha accolto a Kalbarri: la polizia.

Percorriamo la strada principale andando a 50 all’ora, dietro a noi arriva la macchina della polizia che accende i lampeggianti e le sirene, come fossimo dei fuggitivi, e ci fa cenno di fermarci. Frank ferma l’auto ed io subito “che hai fatto?”.

Un poliziotto, giovane e molto serio, si avvicina al finestrino chiedendo la patente. La controlla e ricontrolla e poi tira fuori una “pipetta” bianca (di quelle per il controllo dell’alcol) e dice a Frank di soffiare forte. La guarda, quasi dispiaciuto che sia tutto apposto (sono le 10 di mattina!), gliela ridà a Frank che, schizzinoso la prende e me la passa. Il poliziotto, con fare brusco chiede “perchè ha toccato la linea bianca continua? Multa di 400 $, lo sa?”. Frank lo guarda basito, non capisce, deve aver sfiorato leggermente la linea di mezzeria della strada ma…. E io, seduta sul sedile, dico “è colpa mia, gli ho chiesto di guardare il panorama“!. Il poliziotto si abbassa e dal finestrino mi guarda lanciandomi un occhiata del tipo “ma farti i fatti tuoi, no?!”.

Sta li in piedi senza dire nulla, guardandoci come fossimo delinquenti e … all’improvviso ci passa accanto un auto nera con una donna con i telefonino in mano! Oddio, gli occhi del poliziotto si aprono a ventaglio, le narici si allargano, corre in  macchina, accende la sirena e … chissà quella poveretta!

E dopo questa micro esperienza da “escapees” iniziamo la nostra esplorazione del Kalbarri National Park.

Il Kalbarri si divide in due parti: la parte della costa a sud della città e la parte del canyon ad est.

Io sopra la roccia del Pot

LA COSTA DEL KALBARRI NATIONAL PARK

La strada che porta a Kalbarri città, circa 15 chilometri, è un susseguirsi di vie e sentieri che portano sulla frastagliata costa. Ognuna con un nome diverso, ognuna con una particolarità.

Kalbarri coastal Cliffs

La prima tappa è Natural Bridge.

Un percorso di 2 chilometri, circa, che porta ad un punto della costa da cui si vede un “ponte naturale” creato nella roccia rossa. Da un belvedere si ha una vista pazzesca di questo tratto di costa. La roccia è un rosso appena accennato, l’oceano sembra arrabbiato oggi, le onde arrivano forti, tonanti e spumeggianti fin quasi a noi.

Kalbarri, la natural window

Dal Natural Bridge abbiamo preso il sentiero che costeggia l’oceano e che, in 8 chilometri, arriva alla Eagle Gorge, passando per Shellhouse Grandstand. La passeggiata è meravigliosa, in alcuni punti è anche pericolosa perchè si cammina in bilico lungo la scarpata con il burrone a sinistra, che guarda dritto l’oceano.

A volte mi fa sorridere la mia Australia, perchè così attenta a tutto, con bambini iper-tutelati per ogni evento possibile, e poi ci sono posti così, aperti, dove un attimo di disattenzione e ciao ciao! E non ci sono nè cartelli nè segnali di pericolo. No good no good

Abbiamo passeggiato lungo il sentiero, con un occhio sempre verso il mare. Le onde erano forti, le sentivamo arrivare, le vedevi fare un piccolo sbuffo e poi un grande salto sulle rocce, che diventavano per alcuni istanti bianche e liscie. Dall’altra parte invece piccoli uccellini neri con la coda lunga saltavano da un cespuglio all’altro, andando quasi a ritmo del mare.

la costa e le onde

Da Eagle Gorge, non avevamo alternative, dovevamo rifare gli 8 chilometri di sentiero per riprendere l’auto. Non molto felice di ciò, Frank mi stava odiando, ma alla fine è stato felice: rifare la strada in senso contrario ci ha permesso di vedere la costa con colori completamente diversi. Abbiamo fatto molte più foto al ritorno, infatti. Come sempre, ogni luogo va visto da angolazioni diverse, perchè il sole si diverte a disegnare immagini differenti, ogni posto ha mille faccie, un po’ come l’essere umano!

Ok, un consiglio: se vi piace camminare questo percorso, il Bigurda Trail, è spettacolare. Ma se non vi piace camminare e non avete molto tempo a disposizione, saltate tranquillamente questi punti panoramici, il meglio viene più avanti.

Kalbarri, la natural Window

Pot Alley

La seconda tappa è stata Pot Alley. Il nome Pot Alley deriva da un pescatore di aragoste locale, Alley, che a causa del mare burrascoso ha perso molti piatti in questa baia pericolosa. Questo è ciò che raccontano, storia abbastanza sciocca.

Appena si arriva, la prima cosa che colpisce sono le ampie e liscie rocce rosse. Da qui ci si sposta a piedi, camminando e saltando da una roccia all’altra, senza a volte rendersi conto che l’oceano è li, a pochi centimetri. Ma una grande onda, fredda e improvvisa, me lo ricorda.

Le onde ed io

Kalbarri, il pot

Pot Alley è spettacolare per queste rocce così rosse che anche le suole delle scarpe assumono la stessa tonalità. Da lì si ha una veduta spettacolare della costa, con onde che arrivano fortissime e rumorosissime fino a riva. E’ come essere dentro una grande pentola, è un ribollire di maree. C’è un salvagente posto sulla roccia, proprio a ricordare la pericolosità del luogo.

L'onda

 

Dal parcheggio, si arriva in pochi passi alla spiaggia, piccolina ed incantevole, racchiusa fra alte rocce rosse e mare turchese.

Kalbarri, il pot

io sopra il cucuzzolo del pot

Red Bluff

Un altro posto molto affascinante è Red Bluff.

A dire il vero ci sono altre due “vie” prima di Red Bluff, ovvero Rainbow Valley e Mushroom Rock, ma, fidatevi, non vale proprio la pena fermarsi. Interessanti solo se si vuole fare un sentiero a piedi di 3 chilometri, altrimenti la vista non è particolarmente bella.

tramonto al red bluf

 

Red Bluff invece è una sorpresa. Si percorre un breve sentiero in mezzo a piccoli e cicciotti cespugli verde scuro e si arriva ad un primo “belvedere”. Da qui si prosegue in un secondo lookout fino ad arrivare al terzo, che si trova in cima ad una altura.

Questo è il punto più alto di tutto il Kalbarri National Park, ben 100 metri! La viuzza che porta in questo punto è davvero stretta, corre in mezzo a due strapiombi. Camminando lassù in cima sembrava come se ogni strapiombo mi volesse, mi sono resa conto che camminavo pendendo ora a destra e ora a sinistra a mo’ di oca. Stranissima sensazione, anche un po’ di paura a dire il vero, ma la vista era assolutamente “stunning” come dicono qui. Posto ideale fra agosto e novembre, per vedere le oltre 34mila balene Humpback passare proprio lì davanti.

Tramonto su Kalbarri

In questa zona ci siamo poi ritornati di sera, per fotograre il tramonto. E’ stato difficilissimo, perchè sembrava che mano a mano che il sole calasse, il vento aumentasse in modo più che proporzionale. Il cavalletto non stava fermo, dei miei capelli non dico nulla, e le mani si stavano congelando. Cosa non si fa per una foto!

tramonto sul Murchison River

Blue Hole e il porto di Kalbarri

Da Red Bluff inizia un bellissimo sentiero che tocca Red Bluff Beach, passando per Blue Hole ed arriva fino al porticciolo di Kalbarri.

La strada che porta alla spiaggia di Red Bluff è sabbiosa, utilizzata per lo più dai locali che qui vanno a pesca. E’ una baia diversa dalle altre. Aperta, con roccie rosso bordò sulla riva che creano tanti piccoli laghetti dove si riflettono le nuvole.

red bluff beach

Qui stanno costruendo un Caravan Park, Red Bluff Tourist Park, che, quando sarà finito, credo sarà uno dei migliori della zona. Si trova infatti a ridosso della spiaggia e in una zona protetta dal vento, perchè le rocce attorno le creano dei paraventi naturali. Campeggiare senza vento? Farei la firma.

Poco più in là ho fatto il primo bagno a Blue Hole. A dire il vero ero in pantalocini. Pausa tecnica per mangiarci il panino. Non c’è nessuno sulla spiaggia, così ne approfittiamo per qualche foto. L’acqua è inaspettatamente calda. Mentre mi bagno i piedi, arriva un onda inattesa che mi inzuppa completamente. Così senza nemmeno pensarci mi tolgo i pantaloncini e mi tuffo! Uno dei bagni più belli della mia vita.

Red Bluff lookout

Pochi metri più avanti si arriva al centro di Kalbarri. Kalbarri si trova sulla foce del Murchison River. Il paesaggio che ci si trova davanti è molto delicato: l’azzurro chiaro del fiume che fa un ansa e si tuffa sull’oceano blu, lasciando dietro di se alcune rocce che fanno da spartiacque ai due colori. L’aria soffia come sempre, ma è tiepida ed è piacevole stare li seduti in riva al “fiume che si crede un oceano“, tanto è ampia la foce e tanto salata è l’acqua.

tramonto sul porto di Kalbarri

Kalbarri è una piccola cittadina,

fondata nel 1951, deve il suo nome ad un seme commestibile e dal nome di un aborigeno che viveva nella zona del Murchison, chiamata dagli aborigeni “posto dove risiede il Serpente arcobaleno“. E’ famosa soprattutto come zona di villeggiatura per gli australiani, trovandosi a circa 6 ore di auto a nord di Perth, mentre non sono in tanti i turisti che la visitano.

Ci sono diversi posti dove alloggiare, dai Caravan Park, alle camere private, ma in gran parte si tratta di appartamenti in affitto.

Noi abbiamo dormito al Anchorage Caravan Park, il migliore a Kalbarri. Al mattino sveglia naturale: pappagalli bianchi seguiti da acuti gorgheggi di piccoli uccelli neri dalla coda lunga. Di giorno relax in piscina. Di notte: i riflessi argentati della luna sul Murchison River. Cosa si può voler di più?

la luna sul Murchison River

IL CANYON DEL KALBARRI NATIONAL PARK

A pochi chilometri ad est della città si trova l’entrata per il Canyon ovvero per le gole del Murchison River.

Kalbarri River and Gorges

Dalla costa alle gole, due paesaggi compeltamente diversi, due temperature diverse, due modi di viverlo assolutamente uguale: a bocca aperta!

Ed è proprio qui che si capisce il significato aborigeno di Kalbarri, il serpente arcobaleno. Appena si entra nel parco si è accolti da un panorama piatto e colorato. Macchie di cespugli verde scuro, macchie gialle dei fiori di Banksia, ed in fondo alcune rocce rosso sangue che spuntano dal nulla. Il fiume è li in mezzo, proprio come un serpente che si fa strada strisciando.

La strada, asfaltata, è di circa 20 chilometri. Li abbiamo percorsi trattenendo quasi il respiro. Siamo arrivati, non ancora. Non vedo nulla. Ma dov’ è. Attento al canguro.

E’ mattina presto, e mano a mano che ci avviciniamo alle gole il caldo aumenta, come stessimo avvicinandoci ad una fornace. Arriviamo ad un bivio, Nature’s Window da una parte e Z-Bend dall’altra.

la roccia rossa di kalbarri

Z-Bend lookout

Eravamo partiti all’alba proprio perchè sapevamo di voler percorrere i 6 chilomeri del percorso a piedi che corre lungo il fiume. Siamo partiti dal Z-Bend lookout, pimpanti e con 2 litri d’acqua ciascuno. Lungo la strada ci sorpassa un tizio con un sorriso stampato in viso, che scende lungo la gola correndo. Lo salutiamo e procediamo piano piano. La strada non è difficile, ma in alcuni punti i sassi sono scivolosi. Dopo un chilometro iniziamo a sentire il caldo. Sembrava avessimo percorso una mezza maratona!

Procediamo e arriviamo quasi al fiume, dove ci attendono dei passaggi difficili. Dobbiamo aggrapparci alle rocce per passare dei cunicoli stretti, camminare a filo roccia per non cadere giù… insomma, non proprio una passeggiata. Ed è qui che reivediamo il “corridore pazzo”… sta ritornando indietro, ma ora non sorride più.

Z bend lookout

Quaggiù il fiume è quasi in secca, lo spettacolo è bellissimo, ma ancor più bello è esserci riusciti. E’ vero, nessuno ce lo ha imposto, ma ce lo siamo imposti noi. Nella vita non tutto si misura con i soldi, ma tanto si misura con noi stessi. Noi che riusciamo a raggiungere un traguardo, noi che realizziamo un sogno, noi che ci spingiamo oltre. Noi che non molliamo.

Dopo esserci ripresi riprendiamo il sentiro e diventa tutto più difficile. La strada in salita tira, eccome se tira. L’aria è caldissima, non c’è un filo di vento e ormai sono nuda. I pantaloncini li ho girati in su, la canottiera raccolta a mo’ di fascia, i capelli a chignon … non posso fare altro, se non “non pensare e camminare”. Non parliamo più io e Frank, troppo intenti a risparmiare energie e fiato.

io sulla costa di kalbarri

Incredibilmente arriviamo in cima, vediamo la nostra auto e improvvisamente riprendo a parlare “evvaiiii … Frank, ce l’abbiamo fatta!“. Risposta di Frank “Anna… vai a …” .

Nature’s Window

Dalla parte opposta dello Z-Bend si trova questa meraviglia della natura. Un percorso a piedi di poco meno di un chilometro porta ad una roccia che la natura ha trasformato in una finestra naturale. Una finestra che guarda il Serpente arcobaleno. Da li tutti i colori appaiono, uno alla volta fino a comporsi. Dapprima appare il rosso della roccia, poi l’azzurro intenso del cielo, e piano affiora il verde dei cespugli, e il viola della gola laggiù, ma c’è anche il giallo e il rosa di piccoli fiori the timidamente fanno la loro apparizione.

La natural Window

Da qui parte un percorso che in 8 chilometri fa il giro di tutta la vallata… stavo per chiedere a Frank di andarci, ma ho incrociato i suoi occhi… Anyway, da fare solo al mattino presto, impensabile farlo dopo le dieci di mattina. In media da Kalbarri a qui, la temperatura è di 10 gradi in più. E questa mattina a Kalbarri ci siamo alzati che erano già 26 gradi.

Consigli: se andate a Kalbarri dopo settembre 2019, controllate sul sito ufficiale del Parco se è stato aperto lo Skywalk, ovvero una nuova passerella a picco sul canyon. Non fatevela sfuggire, se ritoneremo in zona, aggiorneremo il post!


Kalbarri è stato un viaggio della potenza.

A Kalbarri ci siamo scoperti più forti, perchè non avrei mai pensato che saremmo riusciti a percorrere tutti quei chilometri sotto il sole, sbattuti qua e la dal vento o arsi dal caldo asfissiante. Abbiamo viaggiato in due mondi. La forza delle onde, che arrivano cariche e violente, per poi placarsi di fronte alle rocce rosse. E le gole, profonde, dure e asettiche che col passare delle ore si trasformano in canyon passionali e avvolgenti.

Kalbarri, la costa, le onde

Sulla strada del rientro abbiamo poi scoperto altri due posti incredibili: le dune bianche e una baia paradisiaca. Come sempre per caso, assolutamente solo per caso.

Le dune che si muovono

Lungo la strada pincipale che ci riporta a Perth, vediamo delle dune bianchissime, che avevamo già visto, ma che questa volta ci appaiono più vicine. In effetti c’è un cartello che ricorda “Caution: mobility of sand dune can obstruct the view“, ovvero le dune si spostano! Troviamo un piccolo passaggio fra i cespugli e lo percorriamo. Pochi metri e ci ritroviamo in mezzo ad un oceano di dune bianche. Perfette, liscie, brillanti. Un panorama incredibile. Devo dire ancor più bello del deserto di Lancelin,  più che altro perchè assolutamente incontaminato. Non ha nome, non ci sono strade, come non esistesse per nessuno, se non per noi.

Dune mobili lungo la strada

io sulla duna

Baia paradisiaca

E pochi metri più avanti, vediamo una strada sterrata che va verso il mare. Siamo nel Nambung National Park, famoso per i Pinnacoli.  Arriviamo in una baia incredibile:  Hangover Bay. Fra tutte le spiaggie viste nel Western Australia, metterei questa baia fra le prime tre. Meravigliosa. Acqua trasparente, dune bianche e zero persone. E’ stato come essere catapultati su un altro pianeta. Siamo rimasti li alcune ore, per goderci l’oceano, silenzioso questa volta.

spiaggia incantevole Hangover

 

Hangover Bay

Ed è così che finisce il nostro piccolo viaggio alla scoperta di luoghi inusuali, dove la natura ci ha sorpreso nuovamente.

Dal Lago Rosa, all’oceano turchese e bianco, passando per le rocce rosso fuoco.

Il Western Australia non finisce mai di sorprendermi, non finisce mai di farsi scoprire. Ogni volta, ogni chilometro nasconde dei piccoli gioielli. E ho imparato di nuovo a sorprendermi, ad emozionarmi davanti a tutta questa meraviglia.

A volte il tempo e i viaggi ci portano ad “abituarci alla bellezza”. Viaggio dopo viaggio sembra che l’incredibile non esista più. Sembra che tutto sia normale, dovuto, piatto… ci si atrofizza al mondo.

Ma invece lui è lì, lì che ci aspetta. Lasciamo aperto il cuore e lo sentiremo, lasciamo sussurrare il mondo, ha tante cose da raccontarci. Partire liberi, questo è il viaggio.

Questo è ciò che per me è vivere, scoprire se stessi, sentire i colori toccarti l’anima, lasciarsi avvolgere dalla delicatezza della natura.

Kalbarri, lungo la costa

 

56 Replies to “Kalbarri National Park: alla scoperta del serpente arcobaleno”

  1. Il colore del mare, delle rocce e della sabbia sono bellissimi.. mamma mia che bei posti hai visitato! Invidia 🙂 ma L esperienza con il poliziotto ancora più bella 😛

  2. Non so da dove iniziare a commentare: hai visto dei paesaggi pazzeschi, mozzafiato è dire poco. Non so scegliere quale mi abbia colpito di più! Certo che quel poliziotto voleva proprio farvi la multa! Se non fosse passata quella macchina chissà cosa si sarebbe inventato…

  3. L’incontro con l’agente mi ha strappato un sorriso, dato che è finito bene (per voi… Forse non per la signora col cellulare!)!
    I luoghi che racconti, accompagnati dalle bellissime immagini, sembrano stupendi ma… non fanno per me! I racconti di rocce scoscese, passaggi complicati e assenza di sistemi di sicurezza mi terrorizzano, purtroppo. Peccato, perché la spiaggia bianca sul finale varrebbe certamente la pena: che sogno!

    1. grazie Giorgia, la spiaggia bianca la puoi visitare tranquillamente, si trova lungo la strada e non devi nè fare chilometri a piedi nè scavalcare rocce, se vieni in WA non perdertela, è davvero un incanto

    1. Certo Dani, in effetti il wa sta iniziando ad essere conosciuto, ma è davvero una parte dell’australia meravigliosa

  4. Il vostri viaggi nel Western Australia sono straordinari. Ogni volta scopro dei piccoli gioielli che sono contenta di visitare insieme a voi. Siete fantastici e le vostre foto sono eccezionali.

    1. grazie a te Raffy, diciamo che vado come te alla ricerca del particolare. Ma per arrivare alle tue 1000+1 di Bergamo devo stare qui almeno 100 anni

  5. Le tue foto sono meravigliose e danno davvero un’idea dei colori di quel luogo. PS: io sono spesso terrorizzata del fatto di guidare all’estero perché mi immagino sempre una scena come quella che hai vissuto tu.

    1. grazie infinite Giovy. Devo dire che quel poliziotto era davvero “precisino”, per il resto guidare gui con l’auto automatica è davvero semplice, non ci sono nè incroci nè rotonde, sempre dritto!

  6. Le tue avventure non sono mai banali Anna! Ad un certo punto hai detto che per te questo è stato il viaggio in cui vi siete scoperti forti. Ecco, io a dire il vero lo avevo capito già da tantissimo tempo e non ti nego che quando ho letto il titolo dell’articolo ho veramente pensato che ti eri messa alla ricerca del serpente arcobaleno! Poi ho capito da dove deriva il nome invece e mi sono tranquillizzata. Meno male che almeno in fatto di animali pericolosi ancora ti trattieni. O almeno così credo ahaha!

    1. Ah ah ah… In effetti il titolo trae in inganno. A dire il vero i serpenti proprio nn mi piacciono. Leoni, elefanti ok, ma ciò che striscia anche no.

  7. Come sempre avete foto spettacolari. Ma sto ancora ridendo della descrizione a “narici spalancate” del poliziotto. Poverino, pensa che noi senza mai nessuno cui dare la multa 🙂

  8. Niente da dire, i paesaggi australiani sono qualcosa di pazzesco! Ti trasmettono un senso di libertà e di forza incredibile, per non parlare dei colori… quasi irreali!

  9. Non saprei scegliere, questi posti sono uno più bello dell’altro!
    L’Australia per me è un vero sogno, spero di riuscire a visitarla prima o poi!

  10. mi hai così coinvolto con la Hutt Lagoon che ho voluto continuare con te questa magnifica escursione. Posti meravigliosi e foto bellissime. l’Australia si conferma la meta dei miei sogni

  11. Bellissimo tutto, ma il deserto di dune bianche mi ha totalmente conquistata! Non so se riuscirà mai ad arrivare fin laggiù, ma le tue foto mi ci portano con la fantastia!

  12. Noooo ma lo sai che anche a noi è successa la stessa identica cosa con i poliziotti? Dev’essere una cosa italiana non stare lì con il righello a badare ogni singolo secondo di non sfiorare la linea continua, soprattutto nelle strade dove non c’è nemmeno l’ombra di altre macchine (poi però la polizia ti compare dietro all’improvviso… come fanno??). A mio marito hanno detto che guidava “like shit” (è prudentissimo! Cioè, ridicolo proprio!), però per fortuna poi ci hanno fatto solo un warning arrivato a casa e niente multa.
    Quanto al resto del tuo reportage… che dire… solita meraviglia!! Comunque è vera questa cosa che hanno protezioni estreme per alcune cose, e poi puoi saltare giù dal cliff tranquillissimamente. Boh. 😀

    1. MA davvero? Eh che per fortuna è passata la tizia, se non mi sa che prendavamo la multa! Assurdo, anche mio marito è molto attento e prudente e cmq non c’era nessuno. grazie per avermi letta

  13. Bellissimo reportage e foto stupende, complimenti! Spero anche io di riuscire a fare un viaggio in Australia, è uno dei miei sogni più grandi e lontani. Vi invidio un po’ 😉

  14. L’Australia è un luogo dove devo assolutamente andare!!! Questi colori, la baia bianchissm,a le roccie rosse, tutto mi risuona e mi fa desiderare di essere là. Bel viaggio davvero!!!!

  15. Che invidia! L’australia Dev’essere veramente stupenda! Devo ammettere che la scena del polizziotto che corre alla macchina per inseguire un’altra macchina dopo avervi fermati con l’intento di sanzionarvi, ha un po’ del comico! Però anche queste cose fanno parte dei viaggi e entrano con piacere a far parte del libro dei ricordi!

    1. Grazie, in effetti è stato divertente, dopo, e non ci ha dato la multa, altrimenti era davvero salata!

  16. Continuo a sognare con te Anna, ad occhi aperti perché altrimenti non vedrei bene le tue bellissime foto! Mi hai fatto sorridere mentre leggevo del vostro incontro ravvicinato con il poliziotto, e anche quando hai parlato delle stranezze dell’Australia in generale, molto intransigente su alcune cose mentre meno su altre 🙂

  17. Chissà perché i turisti non ci vanno… Io intanto me lo segno questo parco perché quando andrò in Australia voglio assolutamente vederlo: soprattutto il serpente arcobaleno e le dune bianche!

    1. Non ci vanno perchè è fuori dalla rotta principale e il WA è così grande che non si riesce a vederlo tutto in una volta.
      ma pinificando bene, in un mesetto si vede il meglio.

  18. Ho sofferto insieme a te. Ho letto il tuo racconto e mi è venuta una stanchezza! ? Complimenti per l’impresa, immagino che soddisfazione e cosa vi abbia lasciato dentro, immagini e sensazioni che vi accompagneranno a lungo. Belle le tue parola, è così, spesso é proprio con noi stessi che dobbiamo misurarci. Ma no, non molliamo, dobbiamo spingerci oltre!?

    1. oh scusa, non volevo farti stancare :). I viaggi per me sono scoperte, sempre bellissime scoperte che a volte richiedono qualche fatica, come tutte le cose belle

  19. Questo posto sembra davvero meraviglioso ! Con il tuo racconto e le tue foto mi è davvero venuta tantissima voglia di partire ! Mi spiace per la piccola disavventura con il poliziotto ..sono davvero fiscali in quelle zone !

  20. Ma che meraviglia ! Quelle dune bianche candide e quel mare stupendo.. anche le rocce rosse.. cmq è incredibile come sembri proprio natura selvaggia L’Australia!

  21. Non posso che invidiarti!!! Le foto confermano i tuoi racconti. Incantevoli scogliere, in un alternanza di scenari unici, che rapiscono lo sguardo. Bel viaggio!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.