Hong Kong: una città ordinata nel caos

Hong Kong: una città ordinata nel caos

Last Updated on 16 Gennaio 2020 by latartarugavolante

E’ ora, siamo pronti a partire per il nostro viaggio. Un viaggio che ho sognato per anni e che si sta realizzando. La meta? In realtà sono mete e del viaggio vero e proprio ve ne parlerò un po’ alla volta.

La prima tappa è Hong Kong.

Come sapete io amo la natura, gli animali e Hong Kong non è certo famosa per la sua anima wild. Ma mi ha veramente sorpreso.

Hong Kong è una giungla, non di quelle a cui siamo abituati, ma una giungla di colori, di sapori, di odori e di gente. Questa è Hong Kong in poche parole.

riflessi sulla baia di hong kong

Prima di partire per Hong Kong avevo letto molti articoli su internet, ma non riuscivo a capire cosa ci fosse da vedere e cosa potermi aspettare. Ogni articolo che leggevo era uguale, tutti che mi nominavano gli stessi tre luoghi, tutti con suggerimenti su dove andare a bere o mangiare. Ma nessuno che mi spiegasse davvero cosa fosse Hong Kong.

E ora capisco il perchè. E’ difficile descrivere questa città, una città dalle mille anime, una città che ti travolge i sensi, una città che si lascia scoprire poco alla volta.

barca rossa sulla baia di hong kong

 

La prima impressione? Una città ordinata nel caos

Appena arrivati in aeroporto abbiamo seguito le indicazioni, treno, poi bus e siamo arrivati al nostro hotel. Trovate tutti i dettagli pratici nell’articolo Hong Kong: itinerario e Dove Dormire ad Hong Kong- info utili.

Lasciate le valigie in hotel, abbiamo iniziato la nostra avventura nella zona di Hong Kong Island, precisamente Central e Soho.

Questa parte di Hong Kong è moderna, con alti palazzi color argento e alcuni color dell’oro. E fra questi giganti due cose mi hanno colpito: i cartelli stradali rosa e radici enormi che sembrano abbracciare i muri della città.

 

hong kong grattacieli

palazzodi vetro

I cartelli rosa spiccano fra i mille colori delle insegne dei negozi, dal rosso vivo dei grandi caratteri cinesi appesi ai balconi e dall’arcobleno su rotaie (i tradizionali tram chiamati ding ding). Stranamente quel rosa dà serenità nella confusione della città, come un simbolo del “tempo”, quel tempo che i turisti hanno per visitare la città, proprio quel tempo che sembra non avere un abitante di Hong Kong.

cartelli stradali rosa

La gente di Hong Kong

Camminando per Hong Kong una cosa mi ha attratto più delle altre, al di là della massa confusa di persone di ogni età, le persone anziane che alla sera resettano la città. Durante il giorno tutti sono impegnati in attività varie, da chi vende pesce, a chi vende teste di maiale, a chi vende strane uova color nocciola.

caffetteria di hong kong

negozio di pesce

Ma alla sera compaiono loro. Con i loro carretti, sembrano avere ognuno un compito e una zona. C’è chi raccoglie i cartoni, chi le lattine e chi il vetro. Donne, armate di coltelllino, tagliano e strisciano, trasformano le scatole di cartone in tanti fogli, uno sopra l’altro, finchè è pieno. Lo trascinano fino al porto e dopo dieci minuti ricompaiono, pronte a tagliare, piegare, schiacciare, finchè tutta la piazzetta non è pulita.

donna di hong kong

Al mattino si percorrono le piazze e le vie, pulite e senza intralci, senza sapere di ciò che queste donne hanno fatto in silenzio.

i ding ding di hong kong island

Ad Hong Kong tutti sono di corsa. Corrono su e giù per le scale infinite della città, salgono sulle scale mobili che portano su su (sono le scale mobili più lunghe al mondo). Prendono la metro loro, i tram -ding ding- sono per i turisti e gli anziani, tutto sempre con il cellulare su una mano, come fosse una estensione della mano stessa. A volte guardo questi visi, fatico a vedere i loro occhi, e mi chiedo come facciano a fare tutto ciò senza guardare mai avanti.

quarry bay hong kong

i ding ding di hong kong

 

E si che Hong Kong è da vedere con il nasu all’insù.

Appena messo piede nella Hollywood Road, camminavo come una papera, sballottando di qua e di là per non cadere, e con la testa perennemente rivolta verso l’alto.

aerero e grattacieli ad hong kong

Ecco il palazzo argento, e ora quello color dell’oro. Palazzi verde acqua da dove spuntano macchinari dell’aria condizionata. Grattacieli a quadretti, dove ad ogni quadretto corrisponde un’attività: il sarto, l’ufficio finanziario e il barbiere. Abbiamo imparato alla perfezione un taglio alla hongkonghese!

palazzo azzurro

Hollywood Road è anche murales, ne abbiamo visti tantissimi e di tutti i tipi. Per chi è appassionato di street art, è una delle zone da non perdere.

murales di hong kong island

murales ad Hollywood Road

io e il murales dei palazzi

 

Ma per conoscere davvero gli abitanti di Hong Kong c’è solo un posto: Quarry Bay.

Abbiamo preso il tram che va verso l’est dell’isola e in quaranta minuti siamo arrivati. Ci siamo trovati in mezzo ai “Fat Building“, enormi, altissimi e strettissimi palazzi. Uno a fianco dell’altro, uno più alto dell’altro e tutti “a puntini”. Da ogni palazzo spuntavano appendini con giacche, pantaloni e magliette. E fra una finestra e l’altra l’immancabile cubo dell’aria condizionata.

i condizionatori di hong kong

fat building di hong kong

Mi sono soffermata a guardare questo formicaio. Quanta gente, quante storie sono racchiuse li dentro. E passeggiando li in mezzo alla giungla di cemento, mi sembrava quasi di sentirli parlare. Incredibile la numerosità di persone che c’è qui. Se penso che ci sono stanze da sei metri quadrati in cui vivono in quattro. Bagno, lavandino e doccia, tutto racchiuso in uno sgabuzzino.

particolare di quarry bay

Non credo riuscirei a vivere in un posto del genere. Trovandomi lì in mezzo, mi mancava l’aria, e non solo perchè faceva caldo.

E incredibilmente si vedeva il sole. Lui, che ci ha accompagnato sempre in questo viaggio, anche qui, ogni tanto faceva la sua apparizione. In mezzo ai grattacieli, tondo e luminoso. Altre volte raggi che si replicavano all’infinito, in questo gioco di riflessi. Ma sempre lui, brillante come sempre.

palazzi di quarry bay con il sole

palazzi di quarry bay

Kowloon

Non mi lamenterò più della folla “, dopo aver visto cosa c’è a Kawloon, tutto il mondo sembra un deserto! Kawloon è la parte di Hong Kong sulla terraferma. E’ la Hong Kong più vecchia, più affollata e più caotica.

Arrivando a Kawloon, con il ferry, la zona ti accoglie con grattacieli nuovi di zecca, negozi enormi di Armani, Chanel e Rolex. Nella Kawloon meridionale si può ancora resistere.

strisce pedonali

io e i palloncini colorati di hong kong

Ma appena abbiamo iniziato a percorrere la Nathan Road per arrivare ai mercatini, la gente ha iniziato a diventare sempre di più. Come se metro dopo metro aumentassero, un po’ come una piccola pallina di neve fatta rotolare. A Mong Kok la pallina era diventata una valanga. Camminare lungo i marciapiedi era un impresa. Fra gente, carretti, negozi di ogni genere e vecchietti con il pappagallo, ogni centimetro era in movimento.

 

Fa sorridere vedere tutto questo trambusto, voci, musica, visi, gambe, non ne sono più abituata ora che vivo a Perth!

Mong Kok con la sua elevata densità di popolazione e le numerose attività, è stato definito il distretto più trafficato al Mondo, dal Guiness dei Primati, ed è davvero un incredibile crogiuolo di gente.

E’ qui che si trovano tutti i mercati, a partire dal famoso Ladies Market, fino al Mercato degli uccelli, passando per il Mercato dei fiori e del pesce. Vie fatte di bancarelle, che vendono ogni cosa possibile e dove è prioritario “trattare”. Ho comprato solo alcuni “bacchetti cinesi”, pagandoli 30 Hk (dollari di Hong Kong), contro i 150 Hk di partenza. Se non tratti significa che non apprezzi ciò che compri, questa è la loro teoria. Quindi trattate, trattate e trattate.

gente a spasso

 

street food ad hong kong

Dal caos alla pace

E dopo aver fatto indigestione di gente, la pace regna su Hong Kong nel giardino dei bonsai.

Dopo giorni in mezzo alla folla avevamo bisogno di pace e silenzio. Abbiamo preso la metro che in un ora ci ha portato in un oasi, dove al posto di grattacieli c’erano rigogliose piante verdi, al posto della folla c’erano simpatici passeri color marrone. Il Giardino di Nan Lian. Appena si entra dal grande porticato di ferro si è subito attirati verso il centro del giardino, dove spicca un tempio dorato che fa da contrasto con l’arancione vivo del piccolo ponte. E’ un classico giardino cinese, con acqua, legno, rocce e piante. Una vera oasi.

i giardini cinesi di Nan Lian

Ma ancor più spettacolare è il Tempio Buddista di Chi Lin, a pochi metri dal giardino. Un enorme costruzione di legno di cipresso. Sono rimasta incantata nel vedere questa opera d’arte: tutto legno, senza nemmeno un chiodo o una vite. E’ attualmente la più grande costruzione di legno fatta a mano al mondo. Tronchi che si intersecano perfettamente, intarsi, cupole. Migliaia di pezzi incastrati l’uno sull’altro a formare questa meraviglia.

chi lin temple particolare

chi lin temple, hong kong

 

E qui non c’è il caos, qui abbiamo incontrato poche persone che, vuoi per il caldo vuoi per la pace, sembravano tutti camminare al rallentatore, come a sperare che quel cammino non finisse mai.

Una Hong Kong diversa, un incanto in mezzo al cemento, un piccolo pezzo di cina antica dove il tempo sembra essersi fermato.

Il Peak

Non potevamo lasciare Hong Kong senza vedere la zona più famosa: the Peak. Una zona di Hong Kong dove a farla da padrona sono alti alberi verde intenso e strane radici che si avvinghiano, si stringono, quasi a sostenere la collina.

Per arrivarci abbiamo preso il bus (il numero 15X) perchè il famoso Peak Tram era in manutenzione. Ma grazie al percorso del bus abbiamo potuto vedere enormi costruzioni, dove al posto delle impalcature di ferro c’erano canne di bambù intrecciate, legate ai pali della luce e stretti fra di loro da nastri di plastica nera. Alla faccia della sicurezza.

palazzo in costruzione

Arrivati in cima al Peak, ci siamo divertiti a fare il giro a piedi di circa 3 chilometri, il Pok Fu Lam Trail, una passeggiata che cinge il perimetro della collina. Da li abbiamo visto il sole tramontare, illuminare d’oro la baia e le barche che rientravano a casa. Poi, mano a mano che si faceva buio, le luci della città iniziavano a comparire. Prima timide per poi brillare di mille colori. Da lassù si ha una vista memorabile.

la città dal peak al tramonto

a città al tramonto dal peak

C’è anche una terrazza sopra il Centro Commerciale che padroneggia sul Peak, con vista mozzafiato e tantissima gente. Noi abbiamo preferito rimanere lungo il trail, posizionare i nostri cavalletti e rimanere a guardare le luci della città.

Il polmone verde di Hong Kong, questo è il Peak, un luogo straordinario per ammirare in tutta la sua grandezza, bellezza e maestosità questa megalopoli.

hong kong by night

La festa delle luci

Dopo aver visto il festival delle luci di Dubai e di Singapore, non mi aspettavo nulla di particolare. Ma ancora una volta Hong Kong mi ha stupito. Alle otto di sera, ogni sera, per quindici minuti c’è uno spettacolo di luci e musica. Ci siamo posizionati lungo la Promenade, la zona di Kowloon che guarda i grattacieli moderni dell’isola.

festival delle luci

Fra la folla, abbiamo posizionato i cavalletti, le macchine fotografiche e siamo rimasti in attesa del via. Ore otto, precise. Iniziano a danzare le luci del grattacielo del IFC, seguito poi dal Convention Center, e poi ancora dalla torre della Bank of China. Come ballerini classici, in punta di piedi, un salto e poi una piroetta. E’ stato molto affascinante guardare questi passi di luci in musica, qualcosa che non dimenticherò.

le luci della città

Hong Kong e la sua doppia anima

Abbiamo visitato Honk Kong con ogni mezzo, dal treno, al bus, ai colorati tram fino alla metro. Ma soprattutto abbiamo lasciato ad Hong Kong le suole delle scarpe. Abbiamo camminato tanto, per la gioia di Frank. Ma come sempre sono i nostri fidati piedi a farci vedere il meglio. Si, perchè HK non è solamente questi luoghi famosi, i templi più importanti, le lunghe scale mobili. Ma sono le persone e gli angoli nascostii che parlano a voce alta.

riflessi di hong kong

Camminando lungo una delle tante scale di Hong Kong Island, abbiamo notato un tetto di lamiera ammaccato che faceva da copertura ad  un piccolo templio. Non so il suo nome. Una grande Statua riempiva questo loculo, incensi e ombrelli i carta color rosso abbellivano l’angolo. Mi sono inginocchiata per entrare, e ogni centimetro era coperto da qualcosa. Un biglietto, un bastoncino ormai consumato, un piccolo fiore appassito e alcuni sassi. Sono rimasta alcuni minuti, abbastanza perchè i miei capelli profumassero di incenso.

piccolo templio lungo la strada

La Moschea Verde, è stata un altra sorpresa.

Lungo le scale mobili siamo stati attratti da un cancello color verde acqua che indicava la Jamia Mosque. Così, anche per interrompere la passeggiata, siamo entrati. Qui un signore ci ha accolti, mi ha dato una tunica per poter entrare e ha iniziato a raccontarci la storia di questo posto. Accaldata e stanca, non avevo tanta voglia di “parlare”, così ho lasciato che parlasse con Frank. Mezz’ora. Per mezz’ora ci ha parlato, raccontato, spiegato ogni minuscolo particolare. Stremati, stavolta non dal caldo, lo abbiamo salutato e lui ci ha rimpito di libretti. Era così bello vederlo allegro e orgoglioso, che non abbiamo osato dirgli che i libretti erano in cinese e non capivano nulla, li abbiamo presi, abbiamo fatto un sorrisone e lo abbiamo salutato.

la moschea e i palazzi

Ironia della sorte proprio quel signore lo abbiamo rivisto alla IFC Mall, ed è stato lui che ci ha riconosciuti (mi sa che non erano in tanti a visitare la Moschea) e ci ha portato nel Giardino Segreto del quarto piano, un angolo di verde e fresco nel caldo e affollato Central.

il giardino segreto

Hong Kong è diversa

Il nostro viaggio ad Hong Kong è terminato, la prima tappa del mio sogno. Hong Kong è incredibile. Ha tante anime, tante facce e tanta vivacità. Dall’affollata Kowloon, alla moderna Soho, passando per la quiete di Nan Lian.

Non saprei cosa mi sia piaciuto di più. Perchè ogni cosa che ho visto, toccato e odorato mi ha insegnato qualcosa. Ho imparato a conoscere un piccolo angolo di Cina. Paese che ha mille contraddizioni, paese di cui non si sa molto se non il “sentito dire”, un paese da cui possiamo davvero imparare tanto.

vecchio e il pappagallo, ad hong kong

Fra grattacieli, palazzi, vetri, luci, ad Hong Kong ho respirato la diversità. Un modo diverso di vivere, impossibile per me abitare in quei palazzi da milioni di persone. Un modo differente di mangiare. Modi opposti di vivere.

Ho respirato la diversità che è libertà, la libertà che solo la conoscenza di paesi nuovi ti può dare. Quel senso di conosco per imparare, imparo viaggiando, viaggio per respirare, respiro per vivere.

Ad Hong Kong ho imparato che è proprio la diversità a fare da collante nel mondo. Hong Kong non sarà mai un posto in cui potrei vivere, ma la sua bellezza è proprio il fatto di essere una città fatta di contrasti, di moderno che irrompe nelle tradizioni, nelle antiche usanze che coesistono con l’iper tecnologico.

Questa  è Hong Kong attraverso i miei occhi!

 

Vai a  > Itinerario Hong Kong

Vai a > Dove dormire ad Hong Kong-informazioni utili

 

Tai Kwun piazzale

 

Questo viaggio fa parte del GIRO DEL MONDO IN 60 GIORNI

 

 

38 Replies to “Hong Kong: una città ordinata nel caos”

  1. Meravigliose Anna queste immagini, invogliano proprio a scoprire Hong Kong!!! Si tratta di una meta che mi ispira da diverso tempo… chissà se riuscirò a visitarla prima o poi! Comunque neanche io come te riuscirei a vivere in quel quartiere affollato di edifici pieni di appartamenti… sembra un vero alveare! Chissà che caos nelle riunioni condominiali ahah

    1. Ah si, immagino le assemblee condominiali! Sai che caos per prendere una decisione. Ma mi sa che qui funziona in modo diverso

  2. Ho da poco terminato di leggere la saga di Crazy Rich Asiasns e, sebbene si parli soprattutto di Singapore, anche Hong Kong e’ nominata parecchio e non ha fatto altro che incuriosirmi. Ho trovato il tuo articolo super informativo e dalle foto molto belle…ora sono curiosa di conoscere qualcosa in piu’ su questo mega viaggio!

  3. Hong Kong secondo me è una città fantastica. Tu hai scritto bene.. è difficile descriverla. Lo spettacolo di luci che fanno la sera per me è bellissimo, l’ho visto diverse volte e ogni volta mi piace tantissimo. Amo molto lo skyline di Hong Kong!

    1. Hai proprio ragione, è una città che merita e lo spettacolo delle luci anche se visto piu e piu volte è sempre una bellezza

  4. Sono sempre contenta quando fate un bel viaggio perché poi ne parli sul blog e io posso “viaggiare” con voi. Grazie.
    Foto, come sempre stre pi to se!

  5. A leggere il tuo post e vedere le tue foto mi parte sempre lo stesso pensiero: quanto bella e assurda è quella città. Io preferisco la natura ma Honk kong me l’hanno sempre descritta coma una città vedere una volta nella vita!

  6. Ci sono due cose che ricordo di Hong Kong: il caos e l’umidità. Ho avuto la sensazione di non riuscire mai a trovare un attimo di silenzio in quella città. Questa cosa mi ha stranita ma, allo stesso tempo, mi fa venire voglia di tornare lì.

    1. Già, la confusione perenne, ma questa è HK. Eppure nel giardino cinese un po’ di pace l’ho trovata.

  7. Da Perth a HK deve essere un bel cambiamento in fatto di folla 😀 Bell’articolo, mi hai trasmesso la sensazione di caos e fermento della città, anche io credo non potrei mai vivere in un posto così, ma sicuramente mi hai fatto venire voglia di visitarlo!

  8. Non mi ha mai attirato Hong Kong, mi da un senso di claustrofobia come nessun altra città riesce a darmi. Troppo cemento, troppa gente è come dici giustamente tu troppo caos di tutto. Non credo che riuscirei a starci più di un giorno. E quel giorno lo vorrei passare su quei fantastici autobus fritto di qualche geniale cervello!!

  9. A primo impatto anche io ho sempre un po’ snobbato Hong Kong. Eppure con il tuo modo unico sei riuscita a raccontala attraverso una lente diversa. Probabilmente non la si conosce mai veramente fin quando non la si visita dal vivo ma mi hai dato una bella spinta Anna, grazie!

  10. Non avevo mai troppo considerato HK, mi sembrava davvero affollatissima, caotica, rumorosa e puzzolente. Invece il tuo racconto me l’ha fatta amare proprio per queste caratteristiche. Mi piace quando parli delle vecchine che puliscono la piazza del mercato. Mi incuriosisce tanto la zona della street art, davvero non immaginavo che ci fosse..

  11. Ma come “il vecchietto con il pappagallo”? (E ti pare che non notavo questo dettaglio? ?). Hai fatto un giro stupendo, solo tu con i tuoi racconti potevi invogliarmi a visitare Hong Kong! I cartelli rosa li ho già nel cuore… Certo che però a quel palazzo con l’impalcatura in bambù è meglio non passarci troppo vicino! Curiosa di sapere della tua prossima tappa!!

  12. Che città incredibile, pazzesca! Mi ha sempre ispirato e tu le hai reso onore con le parole e le fotografie. Impressionante Quarry Bay! Anche io dovrei smetterla di lamentarmi della folla romana. Sono certa che lì non si lamentino nemmeno, forse per rassegnazione. E poi quegli autobus? Follia ingegneristica pura!

  13. Il tuo articolo è bellissimo: mi sembrava di essere lì con te. Le tue impressioni in mezzo alla gente, i contrasti di questa città, le oasi dei giardini e del tempio… mi hai davvero invogliata a vedere questa città!

  14. Che bello questo racconto. Io ho paura dell aereo così non posso viaggiare molto, ma grazie ai tuoi racconti e alle foto mi sembra fi viaggiare. Grazie per essere così attenta ai particolari e raccontarli in un modo così coinvolgente

    1. grazie davvero Luisa, sono felice che tu possa viaggiare con me! Spero di portarti ancora in giro per il mondo, continua a seguirmi.

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