Francois Peron National Park: il paradiso della baia degli Squali

Francois Peron National Park: il paradiso della baia degli Squali

Last Updated on 30 Giugno 2021 by latartarugavolante

Il Francois Peron National Park è una zona desertica che si trova nel nord del Western Australia, precisamente nella famosa Shark Bay o Baia degli squali. Detta così non dice assolutamente nulla, ma vorrei provare a raccontarvela attraverso le sensazioni e con i miei occhi.

Vi è mai capitato di trovarvi in un luogo e sentirvi così felici, ma così felici quasi da commuovervi? Davanti all’incredibile paesaggio e ai colori del Francois Peron National Park sentivo che dovevo fare qualcosa, ma non sapevo cosa, e l’unica cosa che mi è venuta da fare è stato cantare. Non riuscivo a fermarmi, cantavo canzoni inventate, in lingue inesistenti, dai ritmi improbabili, ma cantavo. E questa gioia aveva preso anche Frank, lui non cantava, naturalmente, ma aveva gli occhi pieni di luce.

Ecco questo è l’effetto del Francois Peron National Park: impossibile resistere, difficile da abbandonare.

Ci vogliono circa 800 chilometri per arrivare da Perth alla penisola di Shark Bay. Una insenatura naturale che scolpisce la costa occidentale dell’Australia, creando una lunga penisola nell’oceano indiano. Ed è proprio in questa penisola, che nella punta settentrionale si trova il paradisiaco Francois Peron National Park.

Shark Bay Heirtage

Per arrivare al Francois Peron NP ci sono due modi: con il proprio fuoristrada “alto” o con un tour in 4×4.

La prima volta che siamo andati a Shark Bay avevamo un piccolo van della Britz, con il quale non siamo potuti entrare. A dirla tutta, la prima volta nel Nord del Western Australia, non sapevamo nemmeno dell’esistenza di questo paradiso, così non ci siamo nemmeno interessati su come arrivarci. Nessuno ci aveva parlato di questa zona. Sembra incredibile, eppure ancora oggi molte bellezze del Western Australia non sono molto pubblicizzate.

particolare della blue lagoon

Ma in questo viaggio siamo venuti al Nord solo per scoprire la penisola del Francois Peron National Park e nulla ci può fermare.

Arriviamo davanti all’entrata del parco e troviamo un cartello con la lista dei mezzi autorizzati ad entrare. Come si faceva una volta al termine degli esami di maturità, non so se avete presente, con il dito scorro scorso tutti i nomi, finchè trovo Jeep Wrangler. Grande, è fatta, possiamo procedere.

Io alla pressure station

Ehh no, prima bisogna sgonfiare le gomme. All’entrata c’è una postazione per sgonfiare e poi rigonfiare le gomme, Pressure Station. Scendiamo per vedere come funziona. Ma soprattutto, di quanto dobbiamo sgonfiarle? Frank cerca su internet ma non c’è connessione, legge il manuale della Jeep ma non trova nulla. Nel frattempo arriva una Toyota Landcruiser tutta tappata. Scende un tipo, con le braccia tatuate, i bermuda marroni e le immancabili ciabatte. In mano ha un aggeggio che serve per misurare la pressione delle ruote. Sgonfia con precisione certosina le ruote della sua Toyota e noi ne approfittiamo per chiedergli “di quanti bar ridurla”.

Ah non lo avessimo mai fatto. Inizia a farci un trattato su i diversi fattori da considerare.

La temperatura dell’aria, della sabbia, la quantità di sabbia, il peso dell’auto, in quanti siamo, se abbiamo pesi in auto, se la macchina è rossa o verde, insomma. Dopo mezz’ora di resoconto dettagliato, credete che abbiamo la risposta? Assolutamente no. Lo ringraziamo comunque, lui se ne va e noi sgonfiamo le ruote “a occhio”.

blue lagoon in francois peron national park

La strada all’inizio non è difficile, c’è sabbia ma non eccessiva. La pista rossa taglia esattamente a metà questa penisola fatta di boscaglia e per dieci infiniti chilometri non si vede nulla. Solo la polvere rossa dietro di noi e cespugli verde scuro.

Mano a mano che ci inoltriamo nella penisola la strada si fa sempre più difficile. Sabbia alta, banchi improvvisi che fanno sterzare bruscamente. Sembra quasi di danzare, ma non su musica classica, ma su musica Rock & Roll. Io, con la mano sinistra aggrappata alla maniglia della porta, mano destra sul cruscotto, gambe che saltano come fossero delle molle, occhi spalancati  intenti a verificare le buche. Dieci chilometri che non finiscono mai.

la strada rossa del francois peron national park

BIG LAGOON

Poi, una curva inattesa e ci troviamo davanti ad un dipinto. Non ho mai visto nulla di così bello in vita mia. I colori del mare davanti a me non erano semplicemente blu, ma sfumavano verso l’azzurro tenue e al rosa e a sottili linee bianco candido. Sabbia color arancione, che più si allontanava dall’acqua e più diventava rosso fuoco. Ma non erano solo i colori. Era tutto così perfetto, che se penso al paradiso lo immagino proprio così. Anzi, direi che oggi ho scoperto le coordinate del paradiso.

io e cartello big lagoon

Mi sono emozionata davvero. Non mi era mai capitato di emozionarmi dalla gioia. La bellezza di una natura perfetta. Qui la perfezione esiste. Nulla era fuori posto. Nulla era eccessivo. Non mancava nulla. E ho iniziato a cantare, all’inizio piano e poi sempre più forte: avevo bisogno di far uscire la gioia. Era come se fosse imprigionata dentro di me, e ora aveva trovato il suo posto.

le sfumature della Blue Lagoon

le lagune del Francois Peron np

Non riesco a descrivervi l’immensità di questo luogo. Le foto non raccontano nulla, credetemi. Ho provato a scattare mille foto ma so che nessuna veramente rapprensenta la perfezione di questo posto. L’unica soluzione è vederlo di persona.

Abbiamo parcheggiato l’auto, ed abbiamo esplorato la costa. Questa parte della penisola è caratterizzata da insenature che creano baie che si incastrano l’una all’altra. L’acqua qui è quieta e non molto profonda, ideale per lo snorkeling e soprattutto ideale per i piccoli di  razza o di squali, che qui vengono per imparare a nuotare.

la spettacolare costa di Francois Peron national Park

Ed ecco il perchè del nome Shark Bay.

La baia di Shark Bay deve infatti il suo nome proprio all’esploratore inglese Dampier che nel 1699 scrisse che avevano catturato tantissimi squali (e mangiati, purtoppo!), e uno di questi era lungo 11 metri.  Dampier chiamò pertanto Shark Bay, baia degli squali, questa zona, in onore di questi pesci.

scorcio di blue lagoon

Passeggiando su e giù per le dune della Big Lagoon, scopriamo scorci dai colori quasi finti, tanto erano accesi. Era come essere all’interno di una tavolozza.

Ci siamo avvicinati all’acqua, era stranamente tiepida e, a pochi metri da me, mi trovo davanti una grande macchia nera che si muove. Spaventava faccio un salto indietro sulla spiaggia, convinta che fossero squali. Ma erano razze. Tante razze “Shovel-Nose“, ovvero razze col naso a pala che assomigliano in effetti a piccoli squali. Sembravano fluttuare nell’acqua, come fossero delle danzatrici del ventre. E’ stato bellissimo vederle così da vicino. Sono enormi, le ali nere abbracciano l’acqua. Meraviglia assoluta.

la Blue lagoon

Alla Big Lagoon c’è anche un campeggio.

I servizi sono basilari, ovvero bagni, una pensilina con bbq e tavolino per mangiare e una piazzola ampia. Tutto ciò che serve per una notte da fiaba. Non ci sono luci, se non le stelle. Nelle notte di luna piena deve essere incredibile lo spettacolo: una scia argento che illumina la baia, pesci che spuntano come per voler vedere la luna e il silenzio così assoluto da sembrare un orchestra.

campeggio alla blue lagoon

Quella notte non c’era la luna piena, ma solo stelle. Tantissime, milioni di stelle. Noi e loro, loro e i cespugli. Ci saranno stati anche serpenti, ma per fortuna non li abbiamo nè visti nè sentiti.

L’indomani mattina, sveglia assieme al sole. Con le ossa un po’ arruginite dal freddo ho aperto la zip della tenda e mi sono ritrovata davanti ancora una volta quel quadro incredibile della Big Lagoon. Riscaldati dal sole che piano piano si stava stiracchiando, abbiamo fatto colazione, chiuso la tenda e siamo partiti.

l'acqua della Blue Lagoon

Era tempo di salutare il Francois Peron National Park. Ma ero felice. Era una gioia diversa dal primo giorno, ma era sempre gioia, perchè sapevo che non era un addio ma un arrivederci. Dopo aver visto questa penisola, dopo aver respirato i colori incredibili di questo posto, non se ne può più fare a meno.

I colori del Francois Peron National Park

Little Lagoon

Rientrare nel mondo normale, significa rifare esattamente gli stessi chilometri di terra rossa.

Ma ora, al ritorno, la strada mi sembra più veloce, il paradiso lo abbiamo lasciato alle spalle, davanti a noi l’azzurro del cielo e quintali di polvere ovunque che ci ricorderanno le emozioni di questo angolo di mondo. Ma prima di prendere la strada asfaltata, ultimo sforzo: dobbiamo rigonfiare le gomme. Ci attende la Pressure Station, dove prepariamo le gomme per le strade normali.

Nel gonfiare le gomme ripensavo a tutto quello che abbiamo visto. Sono stati tre giorni pazzeschi, incredibili. I miei occhi sono ancora pieni di tutte le immagini che ho visto, emozioni fortissime, gioia immensa. Mano a mano che la gomma si gonfiava, il mio cuore sembrava prendere fiato. Ora era un po’ meno carico di emozioni, come si fossero trasformate in gioia sedimentata. Gioia che ora fa parte di me.

i riflessi del francois peron national park

blue lagoon e pellicano

Quando Kate, la mia vicina di casa, mi aveva detto “partiamo per il Francois Peron National Park, abbiamo bisogno di cose belle” non avevo capito. Ho pensato, ce ne sono migliaia qui vicino, perchè fare 2000 chilometri per andare a Shark Bay? Ora ho capito cosa intendeva.

Anche per me, oggi, dopo aver visto la spettacolarità di questa baia e i suoi colori. Dopo aver annusato i profumi dei cespugli selvatici, aver visto le mante, non so quale altro posto al mondo mi potrà emozionare come questo. Certamente lo troverò, ma sarà un emozione diversa, perchè qui ho trovato esattamente tutto ciò che amo: colori, caldo, animali e pace.

Qui ho trovato le coordinate del paradiso. That’s it.

io e il mio paradiso

Francois Peron National Park, aspettami, che fra poco verrò a salutarti di nuovo.

 

Informazioni pratiche

Il Francois Peron National Park, piccola gemma del nord del Western Australia, è raggiungibile solo con fuoristrada “alti” o prenotando dei tour da Denham. Vi lascio la lista dei fuoristrada autorizzati a transitare nel parco.

Visitare la penisola di Francois Peron National Park e Shark Bay è semplice, c’è una sola strada, non serve il navigatore. Date un occhiata alla mappa per rendervene conto 

Mappa itinerario Shark Bay e Francois Peron National Park

Tour disponibili

Non ci sono molti tour in 4×4. Io non li ho provati personalmente, quindi non chiedetemi un consiglio personale. Questi sono quelli che operano nella Shark Bay:

  • sharkbaycoastaltours.com.au tour circa 150/190 aud per persona
  • oceanpark.com.au, tour ottimi, prezzi un po’ più alti (circa 205 aud a persona)
  • monkeymiawildsights.com.au tour di una giornata per 215 aud a persona
  • wulagura.com.au tour a 205 aud a persone
  • sharkbayaviation.com ovvero un tour aereo (circa 150 aud per persona) , questo è nella mia “lista dei desideri”

Bene a sapersi

Il Francois Peron National Park, come tutta Shark Bay, è dal 1991 nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Unesco, non sono la sola che se n’è innamorata evidentemente.

Trovare alloggio a Shark Bay è facile, esistono tante sistemazioni: dai campeggi gratuiti lungo la penisola, campeggi attrezzati  e alloggi economici o di lusso, sia a Monkey Mia (entrata a pagamento 12 dollari per persona) che a Denham.

Quando andare? Tutto l’anno è perfetto, luglio agosto sono i mesi più freddi e ventosi. Il resto dell’anno fa caldo ma con temperature sempre mitigate dal vento. Se possibile evitate le ferie scolastiche (vedi sito Calendario Scolastico WA).

Da dove arriva il nome Francois Peron? Francois Peron era un naturalista che nel 1801 partì con la spedizione di Baudine alla scoperta della costa australiana.  Fu il primo a raccontare e raccogliere dati sulla vita animale e sulle popolazioni di Shark Bay.

Nella penisola di Shark Bay ci sono altre zone che meritano una visita:

1) Shell Beach, una immensa spiaggia di sole conchiglie, uno spettacolo per gli occhi, un po’ meno per i piedi;

la spiaggia di shell beach

2) Monkey Mia, famosissima baia ad est della penisola, casa di molti delfini, che si possono facilmente incontrare stando a riva o andando a nuotare nelle tranquille acque della baia. C’e anche un appuntamento al mattino, Dolphin feeding, davanti al Monkey Mia Resort, dove alcuni volontari danno da mangiare ai delfini che arrivano puntuali alle 8 per la colazione

Pellicano in primo piano

3) Altra zona spettacolare è Cape Peron, ancora più a nord di Big Lagoon. Viaggio lungo, perchè tutto su strada di alta sabbia rossa, ma incredibile spettacolo della natura.

blue lagoon lunga esposizione

4) Ealge Bluff , dove ammirare la costa ovest di questa penisola, con una scogliera fuori dal comune

scorcio di Francois Peron National

5) Little Lagoon, nella strada che da Denham va a Monkey Mia non dimeticatevi di fermarvi alla Little Lagoon, la sorella minore della Blue Lagoon, che vi lascerà senza fiato

io alla little lagoon

6) Hamelin Pool, non è una piscina, ma una zona dove si trovano le stromatoliti, ovvero antiche formazioni calcaree che risalgono a oltre 3 miliardi di anni fa. Si tratta di micro-organismi che per primi hanno compiuto la fotosintesi, e sono a tutt’oggi i più antichi esseri viventi del pianeta. Quindi andare a salutare i nostri bis bis bis nonni, non è una cattiva idea, che dite?

Shell Beach

 

 

– Partendo da Perth, lungo la strada per Shark Bay trovate Lancelin e il Deserto dei Pinnacoli

– Piccola deviazione verso ovest, per vedere la Hutt Lagoon (o  Lago Rosa)  e Kalbarri National Park

 

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Shark Bay

Francois Peron NP

 

48 Replies to “Francois Peron National Park: il paradiso della baia degli Squali”

  1. ciao
    e meraviglioso, grazie al tuo racconto spero di andarci queste estate, vorrei chiederti qualche consiglio se posso?

  2. Sai che faccio fatica a trovare le parole per commentare tale meraviglia!? Sono rimasta un minuto a fissare il riquadro del commento pensando a cosa scrivere. Le immagini sono meravigliose e ci credo quando dici che non possono rendere l’idea della realtà. Tu però aiuti con le parole e ci arrivo vicina vicina anche se è così lontano e chissà se ci metterò mai piede. Spero di sì ❤️

  3. Tu hai cantato. Io penso che avrei lasciato scendere copiose le lacrime di commozione. Un luogo così merita una preghiera di ringraziamento a Dio (qualunque Dio) per la bellezza.

  4. Ho capito cosa intendi quando scrivi che le foto non renderanno mai, nonostante le tue siano bellissime. Ho presente. Però dove falliscono le foto arrivano le parole, e tu sei stata così convincente che ora, mannaggia a te, devo assolutamente vedere anch’io questo posto. Nel frattempo grazie per questa emozione virtuale <3

  5. Colori meravigliosi, l azzurro del mare, le spiagge dorate e la terra rossa mi hanno colpito il cuore. Che meraviglia e che invidia! Bellissime foto e belle parole, complimenti.. mi hai fatto venire una voglia di mare incredibile nonostante la mia grande fobia per gli squali 🙂

  6. guardando le foto capisco perchè ti sia venuta voglia di cantare. E’ natura allo stato puro, di una bellezza di cui tutti dovrremmo godere ed avere rispetto. Grazie per averci fatto conoscere questo posto paradisiaco

  7. Si, è successo anche a me da emozionarmi a tal punto in un luogo dal riuscire a malapena a trattenere le lacrime 🙂 Bello il racconto, belle le foto. Mi sembrava di essere lì mentre leggevo. E grazie per i consigli di viaggio 😉

  8. Incredibile che questa parte di australia sia ancora così poco conosciuta. Grazie a te sto davvero scoprendo luoghi che non credevo esistessero, luoghi paradisiaci tra l’altro e per niente banali! Certo il tipo col pippone sulle ruote non lo dimenticherete mai ahaha

    1. Già Simona, o forse è così affascinante anche perchè poco conosciuta. Comunque è veramente un posto da favola

  9. Solamente guardando le foto non faccio fatica a capire perche’ tu ti sia messa a cantare e perche’ la tua vicina di casa ti avesse detto che aveva bisogno di “cose belle”. Un paesaggio incantato, davvero lontanissimo da tutto cio’ che conosciamo, ma per questo ancora piu’ bello. Che avventure indimenticabili!

  10. Che voglia di tornare in Australia! Il fatto di averne vista solo una piccola parte mi ha lasciato una voglia pazzesca di tornare perche’ quella natura e quella sensazione di liberta’ e spazi immensi mi ha fatto provare proprio quella felicita’ di cui parli! Non mancheremo di visitare l’ovest nel prossimo viaggio!

  11. Che dire? I colori dell’acqua in questi scatti non sembrano neanche reali tanto sono belli.. e, come al solito, mi hai fatto venire una voglia di comprare un biglietto di sola andata per l’australia! 🙂

  12. La natura ha questo potere incredibile su di noi: fa uscire chi siamo veramente e attiva il nostro potere personale. Che bello ti sia messa a cantare! E il posto è fa-vo-lo-so!

  13. Che avventura! Che spettacolo! Incredibile, tutto: dai colori, alle emozioni, al brivido delle razze tra e onde. Ti ho seguito, è stato come essere lì con te. Wow.

  14. Anch’io, davanti a questi paesaggi sublimi, avrei iniziato a cantare a squarciagola per lasciare defluire le emozioni. Che colori, che acqua! Immagino la vostra gioia nell’esplorare questi luoghi così suggestivi.

    1. Grazie Annalisa sono contenta che avresti cantato anche tu, almeno così mi sento meno pazza ah ah ah

  15. Sembra proprio uno di quei paesaggi incontaminati dove la natura è ancora libera dalla mano dell’uomo e la vita scorre tranquilla. Io avrei avuto un pò di timore per via del nome della Baia ma dal racconto penso ne sia proprio valsa la pena! Bellissimo!

    1. Grazie Sara, la baia infatti parla di squali ma in realtà non ce ne sono molti. E qui la natura è proprio protagonista

  16. Sei bravissima a raccontare i tuoi viaggi e le varie vicissitudini che incontri oltre alla persona erudita sullo sgonfiare le gomme..sto ancora ridendo, alla prossima

  17. Mi dispiace dirtelo, ma stavolta hai superato te stessa! XD Non so se riuscirai a fare meglio, queste foto sono bellissime e raccontano di un posto incontaminato. Forse è un bene che sia poco pubblicizzato, no?

  18. Ma che meraviglia! Mi sono persa e incantata leggendo le descrizioni e guardando le foto, colori incredibili e, hai ragione, una perfezione quasi assoluta. Quelle strisce di rosa mi hanno fatto venire i brividi. Bellissimo racconto, molto coinvolgente

  19. Non so se potrò mai andare in Australia, ti dico solamente tantissime grazie per avere condiviso il tuo racconto, e sappi che l Australia è il paradiso dei fuoristradisti e tu mi hai fatto vedere il paradiso. Off road, polvere, difficoltà da atteaversare…. Grazie grazie e grazie ancora, con il cuore.

  20. Anche se dici che le tue fotografie non rendono la bellezza dei luoghi che ci racconti, hai saputo trasmettermi le bellissime ed autentiche emozioni che hai vissuto. Le ho sentite anche io sulla mia pelle, come se avessi viaggiato con te! Anche a me capita di sentirmi totalmente felice e spensierata in determinati posti.. e come te mi metto a cantare! 🙂 Che meraviglia i viaggi che ti donano tutto questo <3 Spero un giorno di visitare anche io il Francois Peron National Park, me ne sono già innamorata!

  21. Le tue foto mi fanno sempre sognare! Questa sabbia rossa, il colore dell’acqua e la spiaggia di conchiglie. Un susseguirsi di meraviglie!

  22. Mi lasci sempre senza parole con i tuoi racconti di viaggio e le tue foto Anna. E hai davvero ragione, questo è un vero paradiso! Non avrei mai pensato che un luogo potesse far “cantare”, di solito quando sono davanti a qualcosa di bello mi si blocca il fiato e la prossima volta mi ascolterò meglio e chissà magari mi verrà da cantare 🙂

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