California e Death Valley – i parchi dell’ovest USA

California e Death Valley – i parchi dell’ovest USA

Last Updated on 28 Giugno 2021 by latartarugavolante

California, siamo arrivati al quarto ed ultimo Stato che abbiamo attraversato nel nostro meraviglioso viaggio alla ricerca del Wild West America. L’itinerario nei parchi dell’ovest ci ha portati, come ultima tappa, nella soleggiata e super-americana California.

La California è una sintesi di tutto quello che si può assaporare negli States: deserti, parchi naturali incredibili e città luccicanti dove una fetta di pizza è grande quanto una nostra “battuta”. Qui tutto è fortemente americano, tutto è grande, tutto brilla e tutto è folle.

DallArizona abbiamo attraversato il Nevada e siamo arrivati dritti dritti ad una delle zone più aride, impervie e desolate che ci siano: la Death Valley o Valle della Morte.

California, Death Valley siccità

DEATH VALLEY

Abbiamo pernottato a Beatty, una simpatica cittadina che ci ha accolto con le nocciole. Si, perchè la prima cosa che abbiamo incontrato in città è stata una grande fabbrica di nocciole e gelato artigianale. Il nostro Hotel confinava proprio con questa “città per golosi” e non ho atteso tanto prima di catapultarmi sugli scaffali di cioccolata, gelato alla nocciola e nocciole candite.

Alla sera ci siamo informati per il viaggio nella Death Valley e queste erano le raccomandazioni:

  • portarsi almeno 5 litri di acqua a testa
  • attenzione al grandissimo caldo, si può anche morire
  • non camminare per più di 5 minuti, altrimenti si rischia l’infarto

ecco, con queste belle dritte, logicamente, non sono riuscita a dormire.

California, Death Valley piana

L’indomani partiamo attrezzati con il bagagliaio pieno di bottiglie d’acqua.

La strada per arrivare alla Death Valley è dritta, asfalto nero che riscalda ancora di più e, pur a settembre e alle otto di mattina, già la temperatura era elevata. La macchina segnava 97°F,

per informazione, da gradi Fahrenheit a Celsius questa è la formula   °C = (°F − 32) / 1,8 , per semplificare, 100°F corrispondono a circa 38°C.

Avevo paura di morire, si, vi farò sorridere, ma con tutto quello che avevamo letto, di morti, collassi e altro, mi era salita un’ansia che stavo morendo ancora prima di “arrivare”.

Eccoci, dopo 14 km ci siamo. Paghiamo il ticket di ingresso ad un distributore automatico e … è li, davanti a noi questa immensità. E’ uno spettacolo soprannaturale, una distesa che non ha confini e in cui regna un silenzio assurdo. Avevamo pianificato il giro, perchè ci sono tante zone diverse da vedere, ma al tempo stesso volevamo anche seguire il vento (che non c’era!).

La prima zona che visitiamo è Badwater,

dove un segnale ci informa che ci troviamo a -86 metri sul livello del mare. Usciamo dalla macchina e ci vuole un po’ per riprendere i sensi. Fa un caldo terribile, la macchina segna 108°F, ma lo scenario davanti a noi è incredibile, tanto da farci dimenticare l’afa.

California, Death Valley dall'alto

Sembra di essere sulla Luna. Una distesa infinita color bianco e li una passerella che porta verso un lago salato prosciugato. La cosa che ricordo è il silenzio. Un silenzio profondo, un silenzio che ti abbraccia. Abbiamo passeggiato un po’ verso la piana di sale, era divertente vedere le strane forme che il caldo aveva disegnato sul sale, forme a poligono, altre rettangolari, sembrava un patchworks monocromatico.

California, Death Valley palette

Scorgiamo una pozzanghera d’acqua che, pur piccolina, rifletteva le montagne, tanto da creare paesaggi tridimensionali. Stranissimo vedere la scritta “sea level” (livello del mare) posta sulle pendici della montagna!

Risaliamo in macchina e accendiamo l’aria condizionata, prima di venir prosciugati anche noi! Da qui procediamo verso un’altra zona spettacolare

California, Death Valley effetto afa

Mesquite Flat

Questa zona è completamente diversa, qui piccole dune di sabbia bianca sembrano replicare le onde dell’oceano. E’ un paesaggio delicato, dolce, sempre immerso nel silenzio. Anche qui troviamo una baia dove parcheggiare e camminiamo, o meglio arranchiamo, nella sabbia, abbagliati dal sole.

California, Death Valley sabbia

Intanto il caldo aumenta, per fortuna che l’aria condizionata in auto funzionava.

Proseguiamo lentamente lungo questa piana, ci fermiamo ogni tanto per ammirare lo spettacolo delle montagne che appaiono come qualcosa di soprannaturale.

California, Death Valley pianura

Palette e Artist’s Drive

Questa zona è un tripudio di colori, non sono colori brillanti, sono appena accennati, fragili, sussurrano. Montagne che la natura ha dipinto, a strati alterni, con tonalità che rendono aggraziate le cime. Questa zona è stata utilizzata per alcune scene di Star Wars… e guardandola si capisce anche il perchè.

California, Death Valley palette di colori

Ogni angolo della Valle della Morte è qualcosa di speciale, non saprei proprio quale zona sia migliore, ognuna racconta qualcosa, ognuna ti rimane impressa nella mente.

Zabriskie Point

Zabriskie Point è forse la parte più turistica di tutte, quella in cui abbiamo trovato più persone, ma sempre e tutto in un silenzio impensabile. Parcheggiata l’auto seguiamo un sentiero che in 5 minuti ci porta al punto di osservazione. Da qui si apre un belvedere dai colori dell’oro.

California, Death Valley zabrinsky point

Una grande e alta cima e attorno montagne più piccole, striate, dipinte di ogni tonalità di giallo. Siamo rimasti li per un po’, scattato alcune foto, ma poi il caldo ha iniziato a farsi sentire e siamo subito rientrati in auto. La temperatura era arrivata a 120°F (48°C), mancava l’aria letteralmente, e iniziamo a sentire la fatica.

California, Death Valley zabrinsky point 3

Senza nemmeno accorgercene ci beviamo, tutto d’un sorso, un litro d’acqua ognuno, riprendiamo così un po’ le forze.

La città fantasma di Rhyolite

L’ultima tappa della nostra visita alla Death Valley è la cttà fantasma di Rhyolite. Questa è stata per me la zona più bella, più suggestiva della Valle della Morte.

E’ una vecchia città mineraria abbandonata. Passeggiando per la città, incrociamo edifici abbandonati che un pò inquietano.

California, Death Valley antica miniera

Sarà il caldo, ma passare davanti alle finestre piene di ragnatele, alle porte di legno con i chiodi arruginiti, mi terrorizza un po’… mi aspetto che prima o poi arrivi un pistolero fantasma.

Come sempre, curiosa, mi arrampico su delle cassette di legno e cerco di entrare da una finestra per vedere cosa c’è dentro. Riesco ad entrare e mi ritrovo in una stanza buia, qua e la cartoni sporchi, pezzi di mobili di legno pieni di polvere, il tutto condito di ragnatele sparse ovunque. Rimango li tre minuti, troppa la paura, credetemi, era come se qualcuno mi guardasse. Scivolo fuori dalla finestra, sono salva. Comunque mi giro, riguardo indietro e mi sembra perfino di vedere un ombra.

Certo che il caldo fa proprio brutti scherzi 

California, Death Valley auto

La Death Valley è assurdamente bella, ogni angolo racconta la storia dei cercatori d’oro che morirono in questa valle (da qui appunto il suo nome), gente disperata alla ricerca di cibo e acqua, alla ricerca di un riparo dal sole che, qui, non ha confini.

Sono ormai le quattro di pomeriggio e siamo distrutti. Facciamo fatica a connettere, le parole escono appiccicate come lo è tutto il corpo. Arriviamo all’albergo e ci mangiamo un mega gelato di nocciole che ci ritempra. Scattare fotografie in quell’inferno mi aveva prosciugata, perfino la macchinetta sudava .

Salutiamo la Death Valley, è tempo di andare verso il sud della California, alla scoperta di una altra meraviglia selvaggia.

California, Death Valley e Joshua Tree 4

JOSHUA TREE NATIONAL PARK

L’ultimo parco che visitiamo nel nostro viaggio alla scoperta dei parchi dell’ovest degli USA, è questo piccolo ma straordinario parco, il Joshua Tree. A ragione è definito uno dei più particolari parchi d’America.

California e Death Valley, Joshua Tree sunset

La sua particolarità nasce dal fatto che è l’insieme di due diversi ecosistemi, due deserti si incontrano: il deserto del Mojave e del Colorado.

California e Death Valley, strada nello joshua

Per arrivare al Joshua Tree abbiamo percorso la Yucca Valley fino alla cittadina di Twentynine Palms, dove si trova una base americana dei marines.

Alla Death Valley avevo distrutto i miei scarponi, si erano sciolti, letteralmente. Così mi viene la malsana idea di entrare alla Base e chiedere per i “desert boots”. Arrivo all’entrata della base e mi fanno il terzo grado. Chi sono, da dove vengo, cosa voglio e soprattutto, “Have you got a parents here?“.

Stavo per dire di no, quando incrociamo all’uscita del cancello un marines che avevamo conosciuto nella piscina dell’albergo la sera prima. Ecco il mio lascia passare. “Hey John (mi invento il nome), how’s doing?” (ciao John come stai?) e questi mi risponde con un sorrisone. Non saprò mai il suo vero nome, ma il solo saluto mi ha permesso di entrare alla base e andare al negozio.

Sono uscita con dei veri desert boot con tanto di stemma dei marines! Quanto sono orgogliosa dei miei boots. Sono di una taglia in più, ma con un paio di calzini grossi stanno da Dio!.

California e Death Valley, Joshua Tree 2

Nel pomeriggio ci inoltriamo nel parco. Il parco è facile da girare, le strade sterrate sono ben tenute e corrono in mezzo a questi strani alberi, gli Yucca. Sono dei catus pelosi, contorti, stravaganti. Assolmigliano a zio Fester della Famiglia Adams. E fra uno Yucca e l’altro, rocce liscie color cioccolata al latte, ammassate le une alle altre.

California e Death Valley, Joshua Tree 3

Verso le cinque di sera il sole, tramontando, trasforma i cactus e le rocce in spettri lunghi, e l’erba che li circonda diventa di un verde chiaro brillante. Una leggera nebbiolina fa la sua comparsa, soffice e garbata chiede il permesso fra gli Yucca. Questa immagine delicata mi è rimasta impressa, perchè con la sua semplicità aveva trasformato il paesaggio in un affresco appena tratteggiato.

California, Joshua Tree

Il mattino seguente avevamo deciso di andare sul punto panoramico, il Keys View.

Nella guida di Lonely Planet era scritto che la strada era particolarmente difficile, tutta curve e strettissima, tanto che era inibita ai camper. Tutta la notte sono rimasta sveglia pensando a questa difficilissima e tortuosa strada.

Quando siamo arrivati alla strada che portava su, verso la Keys View, mi sono messa a ridere. “Tortuosa questa strada? Stretta? Forse gli americani non sono mai andati su al Passo Giau” mi sono detta.

La strada era asfaltata, a due corsie e c’erano alcune curve, ma nulla a che vedere con gli stretti tornanti delle nostre Alpi. Anyway, in meno di mezz’ora arriviamo al lookout.

Una lunga passerella, accessibile anche a chi è in sedie a rotelle (utile informazione per la mia amica di blog Sofia di mammahalerotelle.com“), porta su un punto di osservazione incredibile.

Da qui si vede la San Andreas Fault, la faglia di Sant’Andrea. Il crinale, proprio in questo punto, si abbassa nella valle di Coachella. Da qui si può vedere la fenditura, questa striscia lunga quasi 1300 km a che va dal Golfo della California fino alla costa di Mendocino.

E’ impressionante leggere la storia di questa “fenditura”: la faglia di Santa Andrea si è originata dai movimenti delle zolle tettoniche, in particolare la zolla del Nord-America si è scontrata con la zolla del Pacifico. Le due zolle scorrono tutt’oggi una accanto all’altra, ma in direzione opposta e questi continui movimenti determinano una serie di spaccature della crosta terrestre (e conseguenti terremoti).

Vederla li, davanti a me, mi da un senso di impotenza e al tempo stesso, mi fa riflettere sulla nostra cara e fragile terra.

death valley faglia di santa andrea

 

PALM SPRINGS

Prima di arrivare a Los Angeles ci siamo fermati a Palm Springs. Lungo la strada attraversiamo un deserto di “pale eoliche”. Centinatia e centinaia di pale che roteavano, alte, altissime e bianche. Con il nostro fuoristrada mi sembrava di essere una formichina. Un po’ mi terrorizzavano.

California,Twentynine palms

Non so perchè ma Palm Springs mi diceva qualcosa, immaginavo una città animata, piena di palme (banalissimo!), piena di gente dagli abiti firmati e invece mi sono ritrovata in una tranquilla città, con ville dalle siepi alte e verdi, dai bar stile anni ’60 e piccoli ristorantini dal sapore “retrò”. Mi ha colpito la pace che si respira. Una vera e propria oasi nel deserto della California.

California e Death Valley,cassette postali


Siamo arrivati alla fine del nostro tour, un itinerario incredibile, un viaggio dove abbiamo incontrato i cowboy, visto rocce appuntite color rosa, guglie rosso vivace, piane lunari della Death Valley e strani cactus pelosi. Dalla California, al Nevada, dallo Utah all’Arizona

… questa è’ l’America.

Non quella dei grattacieli di New York, nè delle luci sfavillanti di Las Vegas o delle ragazze in pattini che corrono lungo l’oceano di Los Angeles. E’ l’America vera, degli indiani con gli occhi “chinati dal sole” ma il cuore pieno di speranze. L’America di chi è andato alla ricerca dell’oro e ha trovato la morte, l’America dove la natura mi ha stordito, creando scenari commoventi, così stupefacenti da disorientare.

California,verso Palm Springs

Questo è un viaggio difficile da raccontare. Sbalordisce in ogni tratto.

E pensare che quando lo stavo organizzando…

…”scusi, ma nella parte ovest dell’America, si vedono solo rocce?”

questa è stata la sciocca domanda che ho fatto alla ragazza del Centro Visitatori dell’Arizona attraverso una chat on line.

Non vi dico la sua risposta… ma oggi, mi vergogno per quell’affermazione.

Si, in questa parte dell’America non è facile avvistare molti animali selvatici, non ci sono città note per la mondanità … questa zona degli USA è semplicemente un gioiello rarissimo del nostro mondo, un dono preziosissimo che incanta chiunque. 

Se vi interessa conoscere l’itinerario, lo potete trovare qui.

Spero di avervi portato attraverso le foto e i racconti in quell’America dove tutto è iniziato, un America che merita il viaggio. Anzi, mi azzardo a dire, che questo è il Viaggio con la V maiuscola .

27 Replies to “California e Death Valley – i parchi dell’ovest USA”

  1. Ciao! complimenti per i tuoi reportage di viaggio. Stavo cercando info sul Sudafrica e ho trovato il tuoi post sui viaggi negli Stati Uniti, i miei amati parchi del Colorado Plateau.
    Ho fatto 12 on the road in America, 10 nel west, 1 alle Hawaii di 24 giorni, e 1 in Florida.
    Ho fatto molto trekking e ho visto luoghi che non ci sono sulle guide, seguendo la traccia GPS e le info di un amico che c’è stato prima di me. Amo gli off road e spero di poter costruire un viaggio adatto a me, in un nuovo continente che è stato il mio sogno di bambina, ma mi ha sempre messo un po’ paura di affrontarlo senza guida. Ma ho letto che il Sudafrica si gira anche da soli, con i dovuti accorgimenti di ogni viaggio on the road.
    Dopo la mia America, credo di essere pronta per la mia Africa, il sogno che si avvera.

  2. Bellissimo articolo! L’ho letto con molto interesse perchè a Settembre anche io andrò negli States e farò il giro dei Parchi di California e Nevada; ammetto che ancora non mi sono messa a cercare sul serio informazioni su cosa vedere in ogni parco, ma il tuo blog mi ha già dato una dritta enorme, perchè anche nella mia testa lampeggiava l’immagine della Death Valley come una landa desolata ed enorme dove rotolano solo balle di fieno sospinte dal vento. Però mi rincuora sapere che non è così e che effettivamente il paesaggio cambia tanto, da zona a zona! Quindi, grazie mille per questo articolo che mi ha dato una bella sveglia! ?

  3. Questa è l’America. Ogni paesaggio ti sbalordisce, per la sua vastità, immensità e per isuoi paesaggi così diversi gli uni dagli altri. I colori poi di questi luoghi sono magici!

  4. Le tue foto della Death Valley sono favolose 🙂 Ma davvero sei andata alla base dei marines a chiedere degli stivali? Io starei ben lontana dalle zone militari non si sa mai che ci prendano per persone pericolose 🙁

    1. E nn sai quanto sono orgogliosa dei miei desert boots! In tanti mi chiedono dove li ho comprati… Magari li fotografo e li metto nel post ??

  5. Non sono mai stata in questa parte del Mondo e non so se andrei nella Valle della Morte (soffro di pressione bassa e so che non me lo godrei), però le tue foto e il tuo racconto mi hanno conquistata ed è come se fossi stata lì con te. Mi piace il tuo modo di descrivere i luoghi e la tua prontezza di spirito nel trovare una soluzione (secondo me il marine sta ancora cercando di capire dove ti aveva già conosciuta ;).

  6. Ma che meraviglia, devo trovare il tempo per vedere tutto questo paradiso, dobbiamo preservare questo regalo che la natura ci ha dato.

  7. Che meraviglia deve essere la California!! I tuoi racconti mi fanno sognare! I paesaggi della Death Valley poi sono un qualcosa di veramente impressionante… Le fotografie sembrano arrivare da un altro pianeta! <3

  8. Sono stata nella Death Valley nel settembre 2013, non ho visto invece The Joshua Tree.. Ad ogni modo sono posti meravigliosi, in cui tornerei anche domani!

  9. Ogni volta che leggo racconti come questo mi viene voglia di partire immediatamente anche se ci sono già stata… ma certi posti non puoi visitarli solo una volta…

  10. Che avventura meravigliosa! Amo la California ma mi mancano completamente i suoi parchi. Nel leggere della Death Valley, è venuta paura persino a me! Immagino i cercatori d’oro anche io e mi viene la pelle d’oca per il loro coraggio (e la loro avidità). Spero, un giorno, di andare anche io

  11. Eh sì, è davvero un Viaggio quello che hai fatto! Non immaginavo di vedere paesaggi e colori così sorprendenti, anch’io prima di leggere i tuoi articoli pensavo a questa parte degli USA come a “rocce” e basta. Sei riuscita a farmi venire voglia di partire per un paese che non mi ha mai attirata molto, per fortuna sto cambiando idea! 😀

  12. Quando andai in California avrei voluto tanto allungare di qualche giorno per fare i parchi. A causa della neve riuscii a vedere solo il Grand Canyon ma prima o poi tornerò e non mancherò di vedere anche la Death Valley!

  13. Siamo stati anche noi in queste zone ad Agosto 2012. La Death Valley l’abbiamo saltata, ce l’hanno sconsigliato per il caldo eccessivo. Ci sono piaciuti molto i parchi americani, non vediamo l’ora di tornare.

    1. In effetti credo che ad agosto sia da morire, nou ci siamo stati a fine sett. Ed era caldissimo, ma da vedere

  14. ma che luoghi stupendi. Ti mettono difronte ad una natura aspra e dura, che trova il modo di sopravvivere in ogni modo. Ho sempre sognato di fare un viaggio tra i parchi naturali degli USA e certamente questa è una delle tappe in programma

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